Scuola: il federalismo non serve, bastano più trasferimenti

Dalla Lega Nord vogliono che le assunzioni dei docenti vengano effettuate su base regionale, ma con i tagli del personale in corso non si recluteranno nuovi insegnanti almeno per cinque anni.

Non sono andate deluse le aspettative del folto pubblico che ieri sera gremiva la Sala consiliare di Robbiate per partecipare alla tavola rotonda "La Scuola che vorrei - Pensiamo al futuro dei nostri figli" (clicca sui testi evidenziati per leggere gli articoli e i posti collegati) organizzata dal Circolo del Partito Democratico di Merate insieme ai Circoli del Circondario Meratese. Relatori dell’incontro i Senatori Mario Pittoni della Lega Nord, friulano doc e il nostrano Antonio Rusconi, Capigruppo dei rispettivi partiti della 7^ Commissione permanete Istruzione pubblica, Beni culturali, Ricerca scientifica, Spettacolo e Sport. La conferenza si è aperta con la lettura da parte dell’attore Claudio Corbetta di un monologo del Benni e di un articolo sempre sulla scuola del giornalista Michele Serra. E’ stata poi la volta dei rappresentanti dell’Asal, i dottori Giordano Cereda e Claudio Rosato, che hanno chiaramente illustrato le conseguenze dei tagli operati dalla cosiddetta riforma voluta dal Ministro all’Istruzione Mariastella Germini nella gestione delle Scuole del territorio.
L’esponente del Carroccio ha parlato del progetto di legge sul reclutamento degli insegnanti su base regionale. Praticamente i docenti dovrebbero eleggere una regione a loro residenza professionale, fare un test per l’attribuzione di un punteggio che avrebbe più peso di quello attribuito per anzianità di servizio. Ciò per evitare di avere ai primi posti nelle graduatorie quegli insegnanti del sud che arrivano con punteggi così alti da essere quantomeno sospetti e che finiscono in questo modo per spiazzare completamente i docenti del nord. Il nostro parlamentare Rusconi ha subito fatto notare che parlare adesso, nella situazione drammatica in cui versa la Scuola, di reclutamento degli insegnanti è come parlare di mangiare ad un moribondo. Da Roma hanno deciso il taglio di 250mila insegnanti per cui si parlerà di assunzioni non prima di un quinquennio.
Il dibattito è poi continuato serrato, ma l’atmosfera si è surriscaldata solo quando è stata la volta delle domande del pubblico. Il Senatore Pittoni incalzato dal collega Rusconi, ha risposto ad insegnanti esasperati, genitori preoccupati, amministratori incazzati dicendo di volta in volta di condividere le loro proteste, spiegando che con il federalismo si risolverebbe tutto e che questi tagli sono contingenti una situazione finanziaria molto difficile. Il quadro che ne è venuto fuori è a dir poco desolante: una Commissione Istruzione del Senato che chiama a relazionare non il Ministro di riferimento, ma quello dell’Economia Giulio Tremonti, una disorganizzazione nei pagamenti alle Scuole perché al Governo centrale il loro bilancio risulta erroneamente in attivo (Ministro, c’è o ci fa?) , tagli alle Università virtuose per aiutare a pagare i debiti di altri Atenei che altrimenti dovrebbero chiudere e questo farebbe saltare la Gelmini. La soluzione per il Senatore Pittoni è una sola: il federalismo, panacea di tutti i mali. Alcune proposte possono effettivamente anche apparire interessanti, ma la Lega ci ha messo 15 anni per arrivare al federalismo demaniale e chissà allora quanti ce ne vorranno per quello finanziario… Il senatore Rusconi assicura che basterebbe un maggiore trasferimento alle Regioni e agli Enti locali e questo è fattibile in tempi brevi se solo ci fosse la volontà politica.
Per concludere i ringraziamenti da parte della moderatrice Agnese Mascellari, del Forum Scuola provinciale, ad entrambi i Senatori ma in particolare a Pittoni che, a differenza dei suoi alleati del Popolo della Libertà, ha accettato il confronto e si è dimostrato competente e molto disponibile. Il che di questi tempi , viste le passate esperienze, non è cosa scontata nell’ambiente politico locale.

Luciana Vidili

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