In Italia il Potere si è sostituito alla coscienza civile

Questi leghisti li disprezzo nella loro stupidità politica e nel loro menefreghismo sociale. Non li sento mai parlare di ambiente, di acqua, di lavoro, di giustizia, di scuola. Loro vogliono solo vegetare sul loro pezzo di terra, senza avere attorno “rognosi” o “rompiscatole” come se fossero lì pronti a rubare i loro diritti.

«Calunniate, calunniate, qualcosa resterà!». Non importa chi sia stato il primo a pronunciare questa frase: Rousseau, Voltaire, più probabilmente il filosofo inglese Francesco Bacone. Oggi, in Italia dovremmo ribaltare l’invito: Proclamate proclamate la Verità, qualcosa resterà. Almeno qualche dubbio. Il dubbio dove stia la Verità.
Ma un timore ce l’ho: che nemmeno l’ombra di un dubbio rimanga in questo “nostro” - nonostante tutto - povero Paese che ha venduto ogni seme del cervello all’ammasso di un follia menzognera che è l’anima e la forza vincente di un Potere senza scrupoli. Eppure, nonostante le apparenze che spingono anche gli eletti in una depressione mortale, una speranza ce l’ho: ed è la Verità stessa che si fa valere da sola. Prima o poi viene a galla. Prima o poi impone le sue ragioni. Chiede solo di crederci. Chiede di darle più spazio possibile. Un impegno non certo facile. La Verità per incarnarsi chiede libertà. Responsabilità.
In Italia la responsabilità è stata totalmente o quasi delegata al Potere. E la Verità ne soffre. In Italia il Potere si è sostituito alla coscienza civile. Lui si è fatto coscienza civile. E la Verità non respira. In Italia la libertà è solo consenso di massa che depone nell’urna come in una tomba la propria responsabilità, fregandosene di quel sacrosanto diritto che ha di scegliere i migliori rappresentanti della Democrazia.
Gli italiani nella loro maggioranza non sanno che cosa sia la Democrazia. Forse non ci arrivano a tali altezze. Non sono mai stati educati. O forse non vogliono. A loro piace anche sentirsi dire massa di coglioni, e riderci sopra: che importa? Meglio mungere la vacca che si ha ancora a disposizione. Perché pensare agli anni magri che verranno?
“Verranno”? Non viviamo già in una crisi profonda? Ma il Potere assicura di no. Sì, perché lui, il Potere bastardo, la crisi non la subisce mai. Di riserve ne ha da campare mille anni. Anzi, la crisi per loro è una benedizione, una provvidenza: aiuta ad ingrossare i granai dei capitalisti.
E il popolo? Il popolo starà ancora buono buono: con un po’ di fandonie si riesce sempre a convincerlo che un piacere momentaneo basti a sopravvivere, e che con un gruzzolo di apparenze o di futilità si può essere felici.
Ho scritto Verità con la V maiuscola. Non fraintendete. Non parlo della verità dogmatica della Chiesa. I miei orizzonti sono ampi quanto l’Essere umano e l’Universo. Anche la Chiesa lo afferma. Così dovrebbe essere. In realtà però non è così. Ogni dogma restringe la visuale.
A me non piace limitarmi al solito dilemma: Chiesa sì Chiesa no. L’anticlericalismo fa danni quanto il clericalismo. So di non essere capito: il problema è Umanità sì Umanità no. E per Umanità intendo anche l’Universo. L’Umanità è una particella dell’Universo.
La Verità, allora, si allarga oltre i meschini confini di una politica partitica. Certo, s’incarna nella realtà esistenziale, ma questa realtà si fa Politica, ovvero Bene Comune da gestire nel migliore dei modi. Il che significa che la Politica è al di sopra dei vari partiti e che i vari partiti si devono mettere al servizio del Bene Comune. Se vogliono far Politica.
I partiti italiani non fanno parte di questa Idealità. Sono strumenti di un Potere che si diverte a dilaniare ogni concetto di Politica. Si trovano in un gioco perverso che loro stessi, i rappresentanti dei partiti, amano fino all’autodistruzione che prima o poi arriverà, ma a caro prezzo, non tanto per loro quanto per un popolo che d’altronde si cerca il suo male.
I partiti! Dio mio, pezzi di un Potere che demolisce giorno dopo giorno Verità, Libertà, Giustizia.
Eppure vediamo le loro facce da mostriciattoli, sentiamo le loro luride menzogne, assistiamo ai loro giochi erotici, respiriamo il loro fetore e, nonostante questo, persistiamo nel votarli, nel sostenerli. A me dispiace perdere tempo a parlare male di questo o di quel partito. A che serve poi? Non sarebbe più opportuno educare la gente alla Politica? Ma… come si fa, quando non ascolta, non crede più negli Ideali? A che serve ripetere che la cultura dell’avere porterà alla distruzione dell’Umanità, se poi non si vede un’altra alternativa possibile che possa far presa sulla gente stessa? Tutti sanno il mio odio verso la Lega, ma cosa fare per convincere i leghisti che la Politica è un’altra cosa, che il vero futuro non sta in una visuale ristretta e gretta della società? Un popolo duro di cervice, per di più analfabeta, senza quella sensibilità sociale che permetterebbe di ascoltare gli aneli dell’Umanità. Ma… che cosa si ottiene offendendoli? Non lo so. Forse è sbagliato il mio metodo, duro nei loro riguardi. Ma una cosa so: non si può dialogare con gente che è su un altro pianeta. Non si può scendere a compromessi come se la strada di un avvenire promettente sia quella di scendere a valle, per essere tutti d’accordo.
No, non posso dialogare con questa gente ottusa, che crede ciecamente nei loro capi capaci solo di spartirsi il potere come fanno tutti.
Questi leghisti li disprezzo nella loro stupidità politica e nel loro menefreghismo sociale. Non li sento mai parlare di ambiente, di acqua, di lavoro, di giustizia, di scuola. Loro vogliono solo vegetare sul loro pezzo di terra, senza avere attorno “rognosi” o “rompiscatole” come se fossero lì pronti a rubare i loro diritti.
E quali diritti?

don Giorgio De Capitani
da donGiorgio.it

Commenti

  1. Alla parola "verità" quando gli fu chiesta,gesù disse:Io sono la verità,chi non viene a mè non può essere veritiero!.Mai cercare verità nella politica,dove si annidano,faziosità e spregiudicatezza!

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