GIUNTA POCO ROSA, IL CONSIGLIO DI STATO BOCCIA FORMIGONI

Accolto il ricorso presentato dalle associazioni, lo Statuto deve essere rispettato
La giunta del quarto mandato di Formigoni, con un solo assessore donna, era effettivamente in contrasto con i principi dello Statuto, e quindi da azzerare. Lo ha definitivamente stabilito giovedì pomeriggio il Consiglio di Stato accogliendo il ricorso che le associazioni Articolo 51, Usciamo dal Silenzio e DonneInQuota, avevano formulato. Nel frattempo Formigoni ha inserito in Giunta Valentina Aprea e in un secondo tempo Luciana Ruffinelli e Margherita Peroni, ma anche la nuova formazione è oggetto di un ricorso delle stesse associazioni che, peraltro confortate dalla recente sentenza, vogliono veder applicata la piena parità di genere, mentre il conteggio si ferma ancora a un rapporto di uno a quattro.
"È importante sottolineare - ha dichiarato a caldo Sara Valmaggi - che il Consiglio di Stato ha comunque rilevato la necessità che ci sia uguaglianza, o sostanziale approssimazione ad essa, di uomini e donne negli organismi di rappresentanza politica di Regione Lombardia. Questa determinazione rafforza il senso vero dell'articolo dello Statuto che sancisce il principio della democrazia paritaria e dà senso al lavoro fatto nella scorsa legislatura. A Formigoni non resta che rispettarlo totalmente." 
La risposta di Formigoni alla sentenza si è basata su un argomento non nuovo: nella sua giunta, in proporzione, ci sono più donne che in Consiglio, dove le elette, dopo i due ultimi subentri, sono diventate nove. Sara Valmaggi e Arianna Cavicchioli non ci stanno. "Se Formigoni avesse voluto più donne in Consiglio regionale - dicono -avrebbe potuto candidarne di più nel listino, dove invece su sedici nomi hanno trovato posto solo due rappresentanti del genere femminile: Nicole Minetti e Monica Rizzi, peraltro per ordini superiori". 
Ecco la proposta: "Il presidente ha un modo per dimostrare davvero di aver acquistato maggior sensibilità in materia - aggiungono - può finalmente invitare la sua maggioranza ad approvare una nuova legge elettorale regionale che, come noi abbiamo proposto da tempo, abolisca il listino bloccato e preveda la doppia preferenza uomo donna. In questo modo in Consiglio ci sarebbero sicuramente più donne, e tutte elette grazie al voto popolare".

Da SettegiorniPD n.190

Commenti

  1. Sono davvero preoccupato per cio' che il PD ha fatto oggi in parlamento, facendo passare la riforma del lavoro.
    Spero che il Pd alle prossime elezioni sparisca via e tutti i dirigenti di questo partito tornino nelle fabbriche a faticare.
    Butti Andrea

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  2. A parte il fatto che non capiamo cosa c'entri con l'articolo che ha commentato...
    In ogni caso, sig. Butti, è proprio interessante sentir dire che non vuole il PD, sapendo che le alternative sono o Berlusconi o quei buontemponi dei Grillini che non sanno far altro che sparare a zero su tutti... e l'unica volta che hanno la responsabilità di governare un comune non sono nemmeno in grado di comporre una giunta...
    Poi se per raccattare un po' di consenso vi piace seminare il terrore dipingendo la riforma come il male assoluto e paventando che da domani ci saranno licenziamenti in massa... vabbè... liberi di farlo... ma è solo demagogia e lo sapete anche voi.
    Ricordiamoci poi che senza questo governo tecnico l'Italia crolla e il lavoro non c'è più per nessuno, con o senza riforma del lavoro...

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  3. Poi sig. Butti, se tanto lo sport nazionale ormai è sparare sul PD, perchè è l'unico partito che può fare qualcosa... allora siamo alla frutta...
    Sinceramente non rispetto chi critica solo, ma non si degna di impegnarsi in politica per cercare di fare qualcosa di buono...

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  4. Ma poi, tutti quelli che dipingono la riforma del lavoro come il male assoluto, l'hanno almeno letta?
    Credo di no... a parte la modifica all'art.18, contro la quale i sindacati, invece che fare muro, avrebbero potuto chiedere più soldi (nel senso più mensilità al posto del reintegro: 15 sono poche...24 il minimo... 36 sarebbe più giusto).
    Cmq ci sono altri aspetti, non solo l'art.18. Ad esempio:
    -la stretta sulla finte partite IVA
    -la stretta e il riordino sui contratti atipici
    -le norme a favore dell'occupazione femminile
    -le norme contro le dimissioni in bianco
    -lo stipendio minimo dei collaboratori
    -Assicurazione sociale per l'impiego

    Quindi non agitiamo lo spauracchio che da domani ci saranno licenziamenti a valanga perchè è una stronzata.

    Confindustria dice che la riforma non va e che non è una priorità... se fosse come dite voi avrebbe detto che è perfetta...

    Basta demagogia, per favore...

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