SCALFARO, GUIDA AUTOREVOLE PER IL PAESE E AMICO PERSONALE

30/01/2012

C
ari amici, sperando di fare cosa gradita vi propongo un mio personale ricordo del Presidente Scalfaro scomparso ieri.

L’arrivo di questa settimana in casella al Senato della risposta agli auguri, pur in insolito ritardo e con una grafia stanca, mi avevano restituito un po’ di speranza sulla salute del Presidente Scalfaro, come non avesse voluto mancare anche negli ultimi giorni alle risposte alle persone per cui era stato e continuava a essere un punto di riferimento autorevole.
La sua scomparsa – ha detto bene il Presidente Napolitano – priva l’Italia di un uomo la cui integrità è stata sempre una guida per il Paese e personalmente penso di dovergli molto.
Il primo incontro importante, da giovane Assessore al Comune di Valmadrera, fu il 5 maggio del 1989 per una manifestazione al Centro Culturale Fatebenefratelli in cui il Padre Costituente Oscar Luigi Scalfaro spiegò agli alunni di terza media della scuola L. B. Vassena la nascita della nostra Costituzione, i valori fondativi. Da quell’incontro, cominciò la nostra lunga amicizia, stima e soprattutto corrispondenza epistolare e al sottoscritto che, sbagliando, si lamentava di essere emarginato dai “giochi di corrente” e quindi meditava di ritornare alla carriera universitaria, rispose con un salutare, “se si crede nei valori per cui la politica è servizio, si serve al primo e al 30° posto”.

Ubbidii, accettai il meritato rimbrotto morale, il numero 21 in lista, ma soprattutto potei scrivergli poco più di due anni dopo: “Contento Presidente che possa servire l’Italia al 1° posto”.
Tornò a Valmadrera, il 23 ottobre 1999, pochi mesi dopo aver lasciato l’incarico al Quirinale per consegnarmi nelle vesti di Sindaco il titolo di Città con il nuovo stemma. Negli anni successivi nel nostro territorio fu a Merate con il sottoscritto e l’on Ezio Citterio, presso la sede della Nostra Famiglia, a parlare ai giovani dell’Azione Cattolica a Lecco.
Aveva due grandi amicizie nel lecchese, la famiglia Gallina, perché il papà del dott. Gallina, già Sindaco di Merate, era stato suo compagno di studi provenendo dalle stesse origini novaresi, e l’amico operario Paolino Riva di Imbersago, sindacalista cattolico, con cui aveva mantenuto un rapporto di contatti assiduo.
Ha rappresentato per me, allora giovane amministratore democristiano, un esempio di coerenza e fedeltà: fedeltà a quei valori per cui fino a pochi mesi fa interveniva ancora nelle scuole per i Comitati “Salviamo la Costituzione” spiegando ai ragazzi il suo impegno prima nella Resistenza e poi nella Costituente. Per questo la sua storia umana si sovrappone a quella politica e rappresenta insieme ad altri una generazione di testimoni autentici per i giovani: poteva parlare di laicità della politica perché orgoglioso di quel distintivo dell’Azione Cattolica portato sulla giacca, perché sapeva che laicità non è indifferenza ai valori e soprattutto fedele alla lezione degasperiana per la quale la vita privata doveva essere la stessa immagine di quella pubblica.
Nel rimpianto di una perdita, nella gratitudine per quanto ha donato al Paese il Presidente Scalfaro, la consapevolezza che queste idee resisteranno.

Antonio Rusconi

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