La bestemmia che il fine giustifica i mezzi

Due giorni di musica, divertimento e... birra per finanziare la costruzione di un acquedotto

In un paese vicino (non dico di proposito il nome per non fare pubblicità) si svolgerà prossimamente (non dico la data) una manifestazione (“sociale”, si dice!) organizzata da una associazione di volontari che si impegnano per aiutare le popolazioni povere in Africa. Fin qui nulla di male. Anzi.
Ma ecco come si presenta la locandina: una due giorni di musica, divertimento e... birra per finanziare la costruzione di un acquedotto. Lo slogan della kermesse è "1 litro di birra, 1 metro di acquedotto". Non è la prima volta che m’incazzo sul serio di fronte a queste manifestazioni che hanno senz’altro uno scopo benefico, ma che usano mezzi o metodi non dico sbagliati ma gravemente controproducenti dal punto di vista educativo.
Si fa un’opera buona, ma in che modo? Promuovendo la birra tra i ragazzi? Già è grave - e i Comuni non dovrebbero patrocinarle! - organizzare feste della birra, ma è ancor più grave organizzarle per un nobile ideale. Ma vorrei essere più chiaro. Non è tanto la birra in sé che condanno, quanto il messaggio che viene lanciato ai giovani. Qui sta il punto. Il messaggio è chiaro: bevi la birra più che puoi, e così potrai sostenere una bella iniziativa. Questo è assurdo!
E poi… perché non far capire soprattutto ai giovani il valore della gratuità? Perché non dire che per fare un’azione caritatevole senza secondo fini occorre rinunciare a qualcosa di proprio, e non invece comprare un prodotto che ci è utile o soddisfare i propri capricci? Per amor del cielo, tutto può servire per raccogliere fondi per una giusta causa, anche vendere torte o panettoni o piante di fiori ecc... Ma nello stesso tempo perché non far capire che si può fare un’offerta senza prendere nulla in contraccambio?
Scusate. Dimenticavo. La manifestazione avverrà nei locali della parrocchia. L’assurdità ha un nome: bestemmia!

don Giorgio De Capitani
da donGiorgio.it

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