La cronaca dell'ultimo Consiglio provinciale
Riportiamo una cronaca dell'ultima seduta di Consiglio provinciale di lunedì 12 gennaio con le posizioni espresse dai nostri Consiglieri.
1. PRESENTAZIONE DEL BILANCIO
Avremo occasione di discuterne nel prossimo consiglio provinciale, previsto per i primi di Febbraio. Per ora la presentazione del presidente Nava si è limitata (ed il termine è davvero appropriato, visto la modestia dell’ inquadramento politico) a rilevare che, nonostante il contesto di crisi in cui viene a collocarsi, il nuovo bilancio porta i segni della qualità e dell’innovazione; oltre a continuare a garantire la gestione ordinaria, cosa che, nonostante quanto affermato in campagna elettorale, il presidente Nava sembra ora ascrivere ai compiti di un buon amministratore… Fra le novità: il buono scuola per l’acquisto dei libri di testo, il buono sport per agevolare la frequenza ai corsi da parte dei ragazzi, il trasporto gratuito dei ragazzi diversamente abili (nota bene: funzione passata recentemente come competenza dai comuni alla Provincia con relativo trasferimento di risorse da parte della Regione: dunque non una scelta, ma un obbligo… ma queste sono sottigliezze, a spotlandia!) E ancora “Viabilità informa": informazioni gratuite via sms; utilizzo di parte degli agenti in forza presso l’assessorato caccia e pesca, per la sicurezza (invece che braccare i cacciatori di frodo, braccheranno gli extracomunitari?) Per ora una sola osservazione. Il bilancio di previsione 2010 ricalca, e non poteva essere diversamente, quella pochezza progettuale che le linee programmatiche già avevano evidenziato. Al di là delle roboanti affermazioni, l’impressione è quella di una sostanziale continuità gestionale, accompagnata però da vistose cancellature, omissioni, o ridimensionamenti che ne danno la coloritura: il polo d’eccellenza ridotto ad unità di crisi; il turismo ridotto a spot promozionale; il sostegno all’autonomia delle scuole tradotto in “buoni libri “ o “ premia i progetti “; la concessione gratuita nell’utilizzo di sala Ticozzi derubricata a spreco… Ma, come dicevo prima, avremo occasione di entrare nel merito delle questioni, e ve ne daremo debitamente conto.
Avremo occasione di discuterne nel prossimo consiglio provinciale, previsto per i primi di Febbraio. Per ora la presentazione del presidente Nava si è limitata (ed il termine è davvero appropriato, visto la modestia dell’ inquadramento politico) a rilevare che, nonostante il contesto di crisi in cui viene a collocarsi, il nuovo bilancio porta i segni della qualità e dell’innovazione; oltre a continuare a garantire la gestione ordinaria, cosa che, nonostante quanto affermato in campagna elettorale, il presidente Nava sembra ora ascrivere ai compiti di un buon amministratore… Fra le novità: il buono scuola per l’acquisto dei libri di testo, il buono sport per agevolare la frequenza ai corsi da parte dei ragazzi, il trasporto gratuito dei ragazzi diversamente abili (nota bene: funzione passata recentemente come competenza dai comuni alla Provincia con relativo trasferimento di risorse da parte della Regione: dunque non una scelta, ma un obbligo… ma queste sono sottigliezze, a spotlandia!) E ancora “Viabilità informa": informazioni gratuite via sms; utilizzo di parte degli agenti in forza presso l’assessorato caccia e pesca, per la sicurezza (invece che braccare i cacciatori di frodo, braccheranno gli extracomunitari?) Per ora una sola osservazione. Il bilancio di previsione 2010 ricalca, e non poteva essere diversamente, quella pochezza progettuale che le linee programmatiche già avevano evidenziato. Al di là delle roboanti affermazioni, l’impressione è quella di una sostanziale continuità gestionale, accompagnata però da vistose cancellature, omissioni, o ridimensionamenti che ne danno la coloritura: il polo d’eccellenza ridotto ad unità di crisi; il turismo ridotto a spot promozionale; il sostegno all’autonomia delle scuole tradotto in “buoni libri “ o “ premia i progetti “; la concessione gratuita nell’utilizzo di sala Ticozzi derubricata a spreco… Ma, come dicevo prima, avremo occasione di entrare nel merito delle questioni, e ve ne daremo debitamente conto.
2. APPROVAZIONE DELLE CONVENZIONI CON L'ENTE NAZIONALE SORDOMUTI E L'UNIONE ITALIANA CIECHI
Si tratta di competenze che sono in campo alla provincia e che essa da sempre esercita attraverso una convenzione con associazioni di e per soggetti che soffrono di queste disabilità. Il consigliere Crimella motiva il voto favorevole del gruppo.
Si tratta di competenze che sono in campo alla provincia e che essa da sempre esercita attraverso una convenzione con associazioni di e per soggetti che soffrono di queste disabilità. Il consigliere Crimella motiva il voto favorevole del gruppo.
3. APPROVAZIONE RECESSO DALL'ADESIONE ALL'ASSOCIAZIONE "CASTELLI E VILLE APERTI IN LOMBARDIA"
La consigliera Chiara Bonfanti motiva il voto favorevole del gruppo, ricordando tuttavia che il recesso non deve avere carattere di irreversibilità, né connotarsi come espressione di un rifiuto a fare rete, ma considerarsi semplicemente la scelta migliore in questo momento.
La consigliera Chiara Bonfanti motiva il voto favorevole del gruppo, ricordando tuttavia che il recesso non deve avere carattere di irreversibilità, né connotarsi come espressione di un rifiuto a fare rete, ma considerarsi semplicemente la scelta migliore in questo momento.
4. APPROVAZIONE DELLE MODIFICHE DELLO STATUTO DELLA FONDAZIONE "MONASTERO DI SANTA MARIA DEL LAVELLO"
Il nuovo statuto prevede la semplificazione della composizione degli organismi di gestione della fondazione ed, elemento forte di discontinuità rispetto al precedente, l’ingresso di un rappresentante della regione Lombardia nel CdA. Su questo punto sia il consigliere Brivio che la consigliera Zanetti hanno focalizzato i propri interventi fortemente critici. L’ingresso della regione Lombardia è infatti in sé un fatto positivo ma, letto alla luce della storia pregressa che ha visto la stessa Regione tenere in scacco la fondazione inchiodandola ad un’esistenza conflittuale e faticosa, assume caratteri inquietanti Dobbiamo risalire al 2004 (22.12). Su pressione della Regione stessa, per bocca dell’allora assessore alla cultura Albertoni, col pieno consenso del Cda da poco insediato e del Consiglio provinciale che lo votò all’unanimità, si decise di procedere alla modifica dello statuto approvato nel 2003, prevedendone l’allargamento ad un esponente regionale. E mal ce ne incolse. Perchè da allora iniziò un lungo braccio di ferro che vide contrapposte da una parte la Regione, che intanto aveva cambiato assessore e quindi orientamento, e dall’altra la Provincia. In tutte le sedi, tecniche e politiche, fino ad un’esplicita dichiarazione del presidente Formigoni, dichiarò la sua incompatibilità a far parte del Cda, ai sensi della legge regionale 60 del 86, in base alla quale la Regione può contribuire alla vita delle fondazioni solo con il fondo di dotazione, quindi in qualità di socio fondatore, ma non con il fondo di gestione, quindi non con la qualifica di socio gestore. Legge che ha il suo fondamento nella necessità di tenere separati le funzioni di controllo, che spettano alla Regione, da quelle di gestione, che spettano ai soggetti finanziatori. Fu così che, dopo un‘estenuante azione di mediazione nei confronti della Regione, per rimuovere la contraddizione, si addivenne alla formulazione di un nuovo statuto che non prevedeva la partecipazione della Regione nel Cda ma esclusivamente nell’assemblea dei soci (Febbraio 2008). Perché oggi la Regione fa cadere la sua pregiudiziale ed entra nel Cda? E’ cambiata la legge di riferimento? Sono cambiate le funzione della Regione? No. Semplicemente 1) è cambiato il colore della amministrazione provinciale, per cui ciò che era indisponibile per il centro sinistra diventa disponibile per il centro destra. E questa la dice lunga sull’idea di istituzione che muove il sublime Formigoni. Dall’altro la Provincia di Lecco e il Cda della Fondazione accettano il criterio che tra gli enti gestori vigono regole diverse: chi ci mette i soldi e decide (Provincia, Comune di Caloziocorte, Comunità montana, Diocesi di Bergamo), chi non ci mette i soldi ed ugualmente decide (Regione Lombardia). Del resto siamo in regime di leggi ad personam; perché dovremmo scandalizzarci dei regolamenti ad personam? Per quanto riguarda il voto, le minoranze, pur condividendo la chiave di lettura critica, si sono espresse in modo diversificato, in alcuni casi guardando più al merito della questione, in altri al risultato: l’ingresso comunque della Regione nel Cda.
Il nuovo statuto prevede la semplificazione della composizione degli organismi di gestione della fondazione ed, elemento forte di discontinuità rispetto al precedente, l’ingresso di un rappresentante della regione Lombardia nel CdA. Su questo punto sia il consigliere Brivio che la consigliera Zanetti hanno focalizzato i propri interventi fortemente critici. L’ingresso della regione Lombardia è infatti in sé un fatto positivo ma, letto alla luce della storia pregressa che ha visto la stessa Regione tenere in scacco la fondazione inchiodandola ad un’esistenza conflittuale e faticosa, assume caratteri inquietanti Dobbiamo risalire al 2004 (22.12). Su pressione della Regione stessa, per bocca dell’allora assessore alla cultura Albertoni, col pieno consenso del Cda da poco insediato e del Consiglio provinciale che lo votò all’unanimità, si decise di procedere alla modifica dello statuto approvato nel 2003, prevedendone l’allargamento ad un esponente regionale. E mal ce ne incolse. Perchè da allora iniziò un lungo braccio di ferro che vide contrapposte da una parte la Regione, che intanto aveva cambiato assessore e quindi orientamento, e dall’altra la Provincia. In tutte le sedi, tecniche e politiche, fino ad un’esplicita dichiarazione del presidente Formigoni, dichiarò la sua incompatibilità a far parte del Cda, ai sensi della legge regionale 60 del 86, in base alla quale la Regione può contribuire alla vita delle fondazioni solo con il fondo di dotazione, quindi in qualità di socio fondatore, ma non con il fondo di gestione, quindi non con la qualifica di socio gestore. Legge che ha il suo fondamento nella necessità di tenere separati le funzioni di controllo, che spettano alla Regione, da quelle di gestione, che spettano ai soggetti finanziatori. Fu così che, dopo un‘estenuante azione di mediazione nei confronti della Regione, per rimuovere la contraddizione, si addivenne alla formulazione di un nuovo statuto che non prevedeva la partecipazione della Regione nel Cda ma esclusivamente nell’assemblea dei soci (Febbraio 2008). Perché oggi la Regione fa cadere la sua pregiudiziale ed entra nel Cda? E’ cambiata la legge di riferimento? Sono cambiate le funzione della Regione? No. Semplicemente 1) è cambiato il colore della amministrazione provinciale, per cui ciò che era indisponibile per il centro sinistra diventa disponibile per il centro destra. E questa la dice lunga sull’idea di istituzione che muove il sublime Formigoni. Dall’altro la Provincia di Lecco e il Cda della Fondazione accettano il criterio che tra gli enti gestori vigono regole diverse: chi ci mette i soldi e decide (Provincia, Comune di Caloziocorte, Comunità montana, Diocesi di Bergamo), chi non ci mette i soldi ed ugualmente decide (Regione Lombardia). Del resto siamo in regime di leggi ad personam; perché dovremmo scandalizzarci dei regolamenti ad personam? Per quanto riguarda il voto, le minoranze, pur condividendo la chiave di lettura critica, si sono espresse in modo diversificato, in alcuni casi guardando più al merito della questione, in altri al risultato: l’ingresso comunque della Regione nel Cda.
5. MOZIONE SULLA CONSERVAZIONE E LA DIFFUSIONE DELLA LINGUA DIALETTALE
L’illustrazione della posizione dei gruppi di minoranza è stata affidata al consigliere Brivio, che ha motivato assoluta estraneità al testo delle minoranze (vedi allegato) e l’indisponibilità a partecipare ad un’ inutile discussione, tutta ideologica e strumentale. Il nostro voto è stato pertanto contrario.
L’illustrazione della posizione dei gruppi di minoranza è stata affidata al consigliere Brivio, che ha motivato assoluta estraneità al testo delle minoranze (vedi allegato) e l’indisponibilità a partecipare ad un’ inutile discussione, tutta ideologica e strumentale. Il nostro voto è stato pertanto contrario.
Carla Zanetti
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