Una “Scommessa” tutta Italiana
JOB Tutele Crescenti
Si è
sentito in questi ultimi anni che in Italia il mercato del lavoro era “duale”;
per meglio semplificare il concetto è che alcuni lavoratori avevano troppe
tutele e che altri ne avevano troppo poche.
Si
predicava che le aziende non assumevano solo per l’idea di doversi tenere per
sempre “sulle spalle” il loro dipendente.
Scusa che
fece lievitare i cosiddetti contratti precari e atipici.
La colpa
di tutto ciò cadeva sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori del 1970.
Alla
fine, il premier Matteo Renzi è riuscito nell’intento di eliminare questa
regola.
Da adesso
in poi si vedrà se aver eliminato il sostanziale divieto di licenziare spingerà
davvero le imprese a utilizzare il nuovo “contratto a tutele crescenti” per
assumere stabilmente personale con un contratto di lavoro dipendente (con tutto
quel che ne consegue, dalla possibilità di accendere mutui in giù).
Dipendente
che però può essere “terminato” pagando un’indennità economica pari a qualche
mensilità di stipendio.
Dipendente
coperto da un’indennità di disoccupazione (si chiamerà Naspi) che per 2 anni al
massimo (poi 18) garantirà 500-750 euro netti al mese a chi ha perso il
lavoro.
Tutto si
basa su questo principio: le imprese, grandi o piccole, tendenzialmente
dovrebbero utilizzare il nuovo contratto “stabile ma interrompibile”.
"Che
dovrebbe diventare il sistema principale, se non unico, per procacciarsi
lavoratori.”
Per
“rendere più scorrevole” il meccanismo, ci sono gli incentivi (notevoli)
stabiliti dal governo per chi assume lavoratori dipendenti: niente contributi
previdenziali per tre anni, entro un tetto di 8000 euro annui.
Gli
addetti ci dicono che c’è da attendersi nei
primi mesi di applicazione del nuovo strumento un discreto successo.
Successo
( come risulta dai primi timidi dati) anche perché sembra essere in atto, “si
spera”, una piccola ripresa economica, e poi per l’inevitabile effetto di
lancio.
Sono mesi
che si parlava del nuovo contratto a tutele crescenti e degli sgravi, ed è
evidente che tutti i datori di lavoro in questi mesi hanno aspettato ad
assumere per poter sfruttare i vantaggi giuridici ed economici messi a
disposizione.
Ci vorrà
dunque un po’ di tempo per capire se era vera la premessa di fondo, che cioè “togliere
l’alibi dell’articolo 18” alle aziende permetterà di assumere liberamente e a
cuor leggero, prosciugando il bacino dei contratti atipici e precari, e
moltiplicando il numero degli occupati “stabili” (o quasi) nel nostro Paese.
Ritengo
che il Governo ha fatto la sua parte con questa “scommessa” così come gli imprenditori non potranno avere
più alibi.
In caso
contrario………. è una ipotesi che non mi sento di prendere in considerazione .
Ora speriamo che il Governo affronti la tematica e dia indicazioni sui contratti a progetto che sono legati alle Cooperative private le quali lavorano appunto con contratti a progetto
Commenti
Posta un commento