Veronica Tentori: Lettera agli iscritti e simpatizzanti PD
Carissime
e carissimi,
sono
passati circa quattro mesi dall’inizio di questa legislatura e
voglio condividere con voi alcune considerazioni. Negli ultimi
incontri che abbiamo fatto si è parlato maggiormente dell’attività
parlamentare e di questi primi 100 giorni di governo Letta, ma
ritengo sia necessario anche confrontarci e aprire una riflessione
compiuta sul futuro del Partito Democratico e su questo congresso, ne
sento il bisogno e la voglia in prima persona.
Ho sempre sostenuto
che non è evitando di affrontare i problemi e offuscando le diverse
posizioni presenti tra noi che questi si possono risolvere, e ne
resto profondamente convinta. Sono abituata a dire chiaro quello che
penso e che faccio, e così voglio continuare a fare, col massimo
rispetto per chi ha una posizione diversa dalla mia e senza pensare
di avere la verità in tasca, ma solo con la voglia di confrontarmi
liberamente, perché la trasparenza e l'onestà sono il primo
pilastro in un Partito che si chiama Democratico.
Da
elettrice, militante, iscritta ed infine eletta del PD non posso
nascondere la mia delusione e sofferenza, in particolare negli ultimi
mesi. Penso ai tanti errori commessi: dalla campagna elettorale,
all’elezione del Presidente della Repubblica, all’addio al
governo del cambiamento e l’avvio di quello con il PDL, comprese
alcune recenti scelte incomprensibili e a tratti contradditorie
rispetto agli impegni presi in campagna elettorale. E penso, ancora
peggio, al continuo tentativo da parte degli attuali dirigenti del
nostro partito di far finta niente, evitando la discussione,
sorvolando rapidamente sul grave atto dei vili 101, non cercando le
responsabilità di alcune scelte profondamente sbagliate (e imputando
invece ingiustamente colpe ai giovani inesperti e alle primarie),
chiudendo il partito con paura, invece che aprirlo con quel coraggio
di cui abbiamo bisogno non solo come partito, ma come Paese.
L’Italia
ora ha bisogno di scelte nette e irreversibili, di decisioni
immediate e forse in certi casi drastiche, perché tutto deve
cambiare profondamente e nessun cambiamento può avvenire senza un
po’ di coraggio, anche quello di rischiare! E sto parlando di un
progetto di Paese a lungo termine che, seppur nella fase di emergenza
che ora ci troviamo ad affrontare, il Partito Democratico deve
costruire e affermare con chiarezza e coerenza, senza tentennare,
senza rimandare cose su cui siamo già in clamoroso ritardo.
Non
c’è più tempo e non è più il tempo. Il PD deve decidere cosa
vuole fare da grande: se vuole continuare a guardare indietro con
nostalgia, se vuole mantenere lo status quo, o se vuole portare lo
sguardo avanti, oltre, attraversando il nostro tempo e la nostra
società per arrivare ad immaginare il
tempo
in cui saranno protagonisti i nostri figli e nipoti. Io voglio
guardare avanti e quindi vedo un partito che deve decidere cosa vuole
essere, chi vuole rappresentare e che in un certo senso deve essere
rivoltato come un calzino: ripensato nelle forme, nei metodi, nelle
persone, nella comunicazione, nei contenuti, negli obiettivi…Un
partito che deve chiudere per sempre l'epoca distruttiva delle
logiche legate a vecchie appartenenze, a correnti (e non ho paura di
usare questa parola), a personalismi. Non voglio rottamare nessuno e
non voglio certo rinnegare la nostra storia, le nostre storie. Le
esperienze restano e ci aiutano a crescere, i nostri valori sono
radicati dentro di noi: dobbiamo farne tesoro e partire da lì per
mettere in atto un’evoluzione e una rivoluzione, senza
paura.
E
per fare tutto questo abbiamo bisogno del congresso, subito. Un
congresso aperto, non chiuso ai soli iscritti (per ora i pochi che
hanno rinnovato la tessera). Un congresso dove i partecipanti possano
scegliere liberamente in base alle idee e alle proposte politiche in
campo, possano decidere anche in merito a questioni quali la
separazione o meno di leadership e premiership, che non sono banali
regolamenti e procedure, ma determinano diverse idee di partito. Non
credo che ora sia giusto cambiare lo Statuto, con gli organismi
dirigenti in scadenza eletti in un contesto superato, e una
segreteria di transizione.
L’obiettivo
del Partito Democratico è quello di governare l’Italia e il
segretario deve condurre il partito stesso ad essere riconosciuto
come vera alternativa e forza di cambiamento nel Paese, costruendola
attraverso un percorso condiviso e aperto, fin dall’inizio, cioè
dalla scelta della propria linea politica e non solo in vista delle
elezioni.
E
non possiamo nemmeno mettere sempre tutto in discussione, compreso lo
svolgimento del congresso, a causa di questo Governo, nato per
rispondere ad una situazione di emergenza ma che non può essere un
governo a tutti i costi. E’ arrivato il momento per il Partito
Democratico di chiarire quali sono gli obiettivi precisi che si
prefigge di portare a termine con questo governo (misure per il
rilancio dell’economia e dell’occupazione, riforme istituzionali
e legge elettorale) e qual è il limite davanti al quale dire anche
dei no. Non possiamo subire passivamente le scelte e le provocazioni
degli altri, ma dobbiamo avere la forza di tenere dritta la barra e
di sostenere il governo senza perdere di vista le nostre idee,
sapendo esattamente fino a che punto è possibile farlo.
E’
inaccettabile essere arrivati addirittura al paradosso di mettere in
discussione la data del nostro congresso perché questo potrebbe
turbare gli equilibri di governo. Non possiamo più continuare di
fronte ad ogni decisione ad essere costretti a scegliere unicamente
appellandoci alla responsabilità e
alla
possibile imminente caduta del governo. Io voglio poter discutere
liberamente, voglio un Partito Democratico che finalmente scelga
democraticamente una linea politica chiara e una leadership
riconosciuta per poter così incidere ed essere determinante, facendo
davvero un servizio al Paese ed
essendo
utile al Governo.
Diamo
quindi inizio ad un confronto vero, con un congresso aperto e
partecipato, cominciamo a ricostruire questo partito sulle idee e
sulla politica, diamo spazio alle nuove generazioni, a chi offre il
suo contributo quotidianamente nei circoli e sui territori,
mettiamoci in sintonia con le speranze e i bisogni della società.
Diamo forza e valore al bello del PD: i nostri progetti, la passione
e la voglia di cambiare le cose, la speranza e la fiducia per una
politica fatta col cuore, l’accoglienza e il confronto con le
persone, la libertà di esprimersi, la creatività, la fantasia,
l’autoironia.
So
che siamo in tanti a volere questo cambiamento, ma so anche che siamo
stanchi di essere delusi. Le parole non bastano più, servono i
fatti. Io vorrei che da questo congresso rinasca un Partito
Democratico nuovo e di cui poter finalmente essere orgogliosa, che
costruisca insieme alla gente un’Italia migliore e un futuro
migliore per chi verrà dopo di noi, ma dobbiamo crederci insieme.
Forse
sono una sognatrice, ma è proprio un grande sognatore come Martin
Luther King ad averci insegnato che sognando da soli i nostri restano
semplici sogni, ma sognando insieme diventano realtà.
Vi
auguro con affetto buone ferie.
A
presto,
Veronica Tentori
deputata PD provincia di Lecco
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