Carta di Intenti PD - Lo Sviluppo Sostenibile – Guido Gironda, circolo di Cernusco Lombardone
Lo Sviluppo Sostenibile
Le due parole Sviluppo e Sostenibile non si coniugano facilmente e 
solo un grande impegno politico le può mantenere fortemente aggregate.
Per Sviluppo intendiamo una migliore condizione economica generale della Nazione e con sostenibile intendiamo che
 deve essere data alle generazioni che seguono una società ed un 
ambiente che sia migliore, o quantomeno uguale, della società e ambiente
 che si è ricevuto dalle generazioni che ci hanno preceduto.
La mancanza di materie prime non ci permette di basare lo sviluppo 
sullo sfruttamento delle stesse e dobbiamo pertanto concentrare i nostri
 programmi di sviluppo futuro sul saper fare come ogni paese che basi le
 proprie risorse sui servizi e sulla trasformazione della materie prime.
 Vanno quindi spinti, con piani strategici, lo sviluppo di centri di 
ricerca  territoriali di grande eccellenza che possano da un lato 
trovare in se stessi fonte di sviluppo, ma possano dall’altro attrarre e
 coagulare PMI in grado di realizzare i risultati della ricerca. Sarebbe
 però un fondamentale errore non essere in grado di programmare 
strategicamente una specializzazione per territorio facendo sì di 
ottenere una competizione fra centri di eccellenza invece di una 
sinergia globale nazionale.
Bisogna che le Università programmino le loro eccellenze non in 
funzione dei desiderata dei loro professori, ma come forma strategica 
del supporto ai centri di ricerca territoriali. Saranno i Professori a 
dover chiedere di collaborare in una Università perche lì si studia e si
 sviluppano progetti ai quali loro si sentono particolarmente 
interessati.
Questo potrebbe dare una spinta al ritorno in Italia dei cervelli 
fuggiti all’estero perché in Italia non si trovano centri che sviluppano
 progetti dei quali loro sono esperti.
Ma lo sviluppo di centri di eccellenza non garantisce di per sé che 
ci sarà uno sviluppo. L’esperienza di questi ultimi due decenni, nei 
quali i governi, prevalentemente di centro destra, non hanno avuto come 
focus il mantenimento delle attività produttive, facendo perdere alcune 
centinaia di migliaia di posti di lavoro nascondendosi dietro la parola 
“Globalizzazione”
Bisogna fare un grande progetto strategico per ricreare attività 
produttive ma con il rispetto dell’ambiente e con relazioni industriali 
che tengano conto delle modificate condizioni del lavoro. E questo può 
essere fatto solo con un piano industriale nazionale che manca in Italia
 da tempo immemore, se trascuriamo quello fatto da FIAT negli anni 
sessanta per spingere tutto il trasporto su gomma mortificando il 
trasporto su rotaia.
Il rispetto ed il miglioramento dell’ambiente è però un investimento a
 lungo termine necessario per soddisfare  quel vincolo di sostenibilità 
di cui alle premesse. Sarebbe un errore se questo investimento venisse 
finanziato dallo Stato, ma per poter invogliare gli investitori privati a
 tali investimento l’unico punto è “regole certe e piani industriali 
stabili nel tempo”.
Non va trascurato l’effetto concorrenza dei paesi emergenti ma va 
comunque sottolineato che non è facile competere con regole stringenti 
di sostenibilità con paesi che spesso non hanno regole né sul rispetto 
dei diritti umani, dello sfruttamento dei minori e sui diritti dei 
lavoratori e neanche sul rispetto dell’ambiente.
Non si tratta di pensare a forme di blocchi doganali, sicuramente 
inefficaci, ma di vincoli per il rispetto delle regole. L’Europa si è 
dotata di un Marchio CE che garantisce i cittadini della comunità che il
 prodotto che acquisiscono, quando marchiato CE, rispetta i vincoli 
“tecnici” di sicurezza.
Ma perché l’Europa e gli stati membri,ed in particolare l’Italia, che
 si sono dati normative sul rispetto dei diritti umani, il diritto dei 
minori, i diritti dei lavoratori e sul rispetto dell’ambiente, non 
dovrebbero dotarsi di un Marchio Etico per i prodotti venduti nelle 
comunità che garantisca che i produttori rispettino almeno le stesse 
regole Etiche a cui è tenuto qualsiasi produttore con produzione nella 
Comunità.?
Non è un blocco doganale, ma un vincolo al rispetto delle regole della libera concorrenza.
Sarà difficile convincere tutti i cittadini che il Marchio Etico ha 
un valore economico (include l’investimento a lungo termine per la 
sostenibilità) e quindi potrebbe avere un costo diverso del prodotto 
Cinese o Indiano senza Marchio Etico. Ma lo Stato per i suoi acquisti 
può richiedere che il Marchio Etico sia un vincolo di acquisto.
Ecologia
Ci sono molte cose che possono essere fatte per il miglioramento 
della salute della natura, che sono legate allo sviluppo, ma che non ne 
sono forzatamente legate. Ci riferiamo in particolare alla Mobilità 
Sostenibile.
Molto spesso, parlando di mobilità sostenibile si pensa alla mobilità
 urbana, ma tutti quelli che hanno avuto occasione di frequentare le 
autostrade degli Stati nostri confinanti, si sono accorti di quanti 
pochi camion si vedano nelle altre autostrade rispetto a quelli che si 
vedono nelle nostre.
Come si diceva sopra, grazie ai piani industriali nazionali della 
FIAT degli anni cinquanta-sessanta, abbiamo mortificato il trasporto su 
rotaia, relegando le nostre ferrovie ad un trasporto di materie prima 
fabbrica-fabbrica, trascurando completamente il trasporto commerciale, 
che implica lo sviluppo di Hub per la distribuzione di media distanza e 
dell’ultimo miglio. Ma oltre al trasporto su rotaia, che fine ha fatto 
il progetto delle autostrade del mare? Per trasporto sostenibile non si 
può pensare solo a quello urbano, ma va fatto un grande progetto, che 
porti grande parte del trasporto a lunga distanza sulle rotaie e sulle 
autostrade del mare, sviluppando grandi Hub che permettano la 
distribuzione efficiente di media distanza e dell’ultimo miglio.
Nella mobilità urbana bisogna incentivare l’uso dei mezzi di 
trasporto elettrico sia dei mezzi pubblici, della distribuzione di 
ultimo miglio e dei privati. Per prima cosa bisogna togliere il blocco 
psicologico di: dove ricarico la mia macchina quando la batteria è 
esaurita? E’ necessario liberalizzare al più presto le licenze per il 
rifornimento elettrico dei mezzi di trasporto, spingendo l’uso di 
sistemi fotovoltaici nei centri di rifornimento elettrico.

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