Ecco perchè ho aderito al manifesto di "Veltroni-Fioroni-Gentiloni"

Non sono mai stato un “fan” di Walter Veltroni, ma se il manifesto, scritto materialmente da Mauro Ceruti, sottolinea i problemi ho il dovere e il rispetto di coerenza per quanti mi hanno seguito dal popolarismo al PD in un’avventura realmente nuova.

Ecco perchè ho aderito al manifesto di Walter Veltroni (
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  1. Continuo a credere nel progetto originario del PD, in un partito che alla sua nascita ha rappresentato una novità politica in Italia e in Europa. Credo ancora alla necessità di una forza politica riformista in grado di elaborare un progetto politico nuovo, aperto alla società civile e in grado di dialogare con gli imprenditori e i docenti universitari, con i lavoratori e i semplici cittadini. Un partito che affronta la difficoltà di un mondo nuovo e complesso avendo il coraggio di darsi un’identità forte e coerente.
  2. Il Governo si Silvio Berlusconi è in crisi, perde consensi che il Partito Democratico non riesce a intercettare. La Lega urla promesse che non mantiene e noi non riusciamo a raccogliere lo scontento di un elettorato alla ricerca di risposte concrete. Esattamente su questo si coglie la crisi in cui versa oggi il PD, nell’incapacità di essere all’altezza del compito che si è dato. Angelo Panebianco, sulle pagine del Corriere di sabato 18 settembre, propone una critica impietosa: “anziché elaborare proposte, costruirvi sopra un’identità chiara, e solo dopo tessere le alleanze, il PD è partito dalla coda, dalle alleanze”. Non mi rassegno all’idea di un partito ripiegato su un’identità socialdemocratica che appalta l’indispensabile dialogo con il mondo cattolico a un’alleanza con l’UDC. Che ne è della promessa di un partito davvero plurale, di un partito capace di raccogliere le esperienze del cattolicesimo democratico, la tradizione liberale e repubblicana, l’ambientalismo?
  3. A Lecco, con Virginio Brivio, abbiamo vinto sconfiggendo una Lega e un centrodestra che sembravano imbattibili. Il PD è stato in grado di elaborare un progetto credibile, si è aperto a un confronto serio con un elettorato che sembrava ostile, ha dato ascolto alle richieste della società civile e coinvolto giovani di valore. Abbiamo vinto perché abbiamo saputo prendere l’iniziativa e dettare la linea politica.
  4. A differenza di altri non sono mai stato un “fan” di Walter Veltroni, ma se il manifesto, scritto materialmente da Mauro Ceruti, sottolinea i problemi che ho evidenziato in un documento oltre un mese fa, ho il dovere e il rispetto di coerenza per quanti mi hanno seguito dal popolarismo al PD in un’avventura realmente nuova e verificano i recenti contatti o accordi con Diliberto, Nencini e in genere la sinistra estrema. Ma sento ancora di più la responsabilità verso quei giovani che alle primarie del 2007 hanno salutato con entusiasmo la nascita di un nuovo soggetto, sì arricchito dalle culture dei partiti del Novecento, ma soprattutto in grado di proporre una reale proposta di governo agli italiani.
Se ho aderito al documento è perché lo considero un utile strumento per una discussione seria, nessuna scissione, nessun secondo fine: la volontà di ridare slancio a un progetto nel quale continuo a credere. Qualcuno ha parlato di “tornaconto”: a stare nelle “minoranze” non ci si guadagna mai in posti, anzi altri condividono il documento e magari avrebbero firmato senza la paura di perdere la possibilità di candidature o per il timore per i giudizi di demonizzazione dell’avversario, magari scritti prima dell’uscita del documento.

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