Un po' di chiarezza sull'eccidio di Valaperta

Il consigliere di opposizione a Lomagna Giuseppe Munaò ha presentato un'interrogazione sull’eccidio di Valaperta di Casatenovo perpetrato il 3 gennaio 1944. L’interpellanza nasce dalla pubblicazione sull’Informatore comunale di Lomagna appunto di un articolo triste vicenda avvenuta durante la Seconda guerra mondiale in cui è coinvolto anche Emilio Formigoni, papà dell’attuale presidente della Regione Lombardia, responsabile del distaccamento della Brigata Nera “Cesare Rodini” di Massaglia. Uno scritto che a dire di Munaò mirerebbe a screditare il governatore lombardo, rivagando vicende ormai passate. Se è vero che le eventuali colpe dei padri non ricadono sui figli, è anche bene che si sappia chi sia il padre o, nel caso, il figlio. Gabriele Fontana, a nome dell’Anpi, Associazione nazionale Partigiani, sezione “Brianza Lecchese Angelo e Ferruccio Valagussa” ha quindi ricostruito la storia circoscrivendola unicamente al fatto su chi fosse Emilio Formigoni, senza dimenticare comunque che lo stesso Umberto Bossi ha definito Roberto Formigoni “figlio di un fucilatore fascista“. Il 7 gennaio a Lomagna si terrà poi una conferenza sulla questione delle fucilazioni tra la tra la fine del dicembre 1944 e il gennaio 1945.
Ed ecco la ricostruzione puntuale degli avvenimenti.

l 3 gennaio 1945 a Valaperta di Casatenovo vengono fucilati quattro partigiani: Natale Beretta, Gabriele Colombo, Mario Villa e Nazaro Vitali. La zona ricade sotto la gestione del distaccamento della Brigata Nera “Cesare Rodini” di Massaglia. La fucilazione avviene per rappresaglia in seguito all’uccisione il 23 ottobre del 1944 del milite della G.N.R. Chiarelli Gaetano. Responsabile del distaccamento di Massaglia era Emilio Formigoni che risulta presente sul luogo della fucilazione il 3 gennaio del 1945 assieme al medico condotto Della Morte Guerrino, 2 sacerdoti (don Carlo Sala e il suo coadiutore), il commissario Prefettizio di Casatenovo sig. Gennaro Firmiani e il plotone di esecuzione composto da 4 persone. Erano altresì presenti, secondo la deposizione del medico, Raul Remigi, Achille Miglioli (maestro elementare), forse Permiani ed una persona piccola di 35/40 anni. Dietro il plotone di esecuzione vi era il brigadiere Bonvecchio. Spesso si fa confusione tra le varie bande armate della R.S.I., identificando come “brigate nere” tutti i militi repubblicani. In realtà c’è una differenza non solo nominativa tra le varie formazioni. Mentre la Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.) era la vecchia Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.) in cui erano confluiti anche i Carabinieri che avevano accettato di aderire alla R.S.I., le Brigate Nere (BBNN) erano il partito fascista repubblicano in armi. Dopo il 25 Luglio 1943, con il ritorno di Mussolini, viene ricostituito il Partito Fascista che non assume più la definizione di Nazionale ma quella di Repubblicano. Sono i fascisti duri e puri, quelli che aprono le corti di giustizia anche contro i vecchi fascisti del ventennio che avevano votato l’ordine Grandi il 25 Luglio, provocando la caduta di Mussolini, e che verranno fucilati dopo il processo di Verona. La Brigata Nera “Cesare Rodini” di Como è comandata dal federale del fascio della provincia di Como Paolo Porta che, a fine guerra, verrà condannato alla fucilazione (pena eseguita). Emilio Formigoni, comandante della Brigata Nera di Missaglia, fa parte dunque della catena di comando del braccio armato del partito fascista repubblicano e, come tale, ha partecipato o comunque ha organizzato e diretto le più feroci rappresaglie fasciste nel territorio di Missaglia e Casatenovo, come risulta dalla sentenza N.12/47 della Corte d’Assise di Como. Questi sono i dati storici inoppugnabili, per i quali, dopo la guerra, la Corte d’Assise di Como "ha punito" Emilio Formigoni, come dice la sentenza, pur concedendogli i benefici dell’amnistia di cui al D.P. 22/06/1946 n.4, non ritenendo i fatti imputati configurabili come reati di “saccheggio”, esclusi dall’amnistia . E’ ovvio che, secondo la giustizia della Repubblica Italiana e secondo il senso comune, le colpe e le pene riguardano atti individuali, senza alcun riferimento ai parenti dei colpevoli. In questo senso la vicenda di Emilio Formigoni riguarda solo lui e il periodo storico in cui essa è avvenuta.

Gabriele Fontana

Stralcio della sentenza n. 12/47 depositata presso l’Archivio di Stato di Como
Corte d’Assise Straordinaria di Como

SENTENZA NELLA CAUSA DL PUBBLICO MINISTERO
Contro
1) Guidoni Giuseppe….Detenuto
2) Bonvecchio Giacomo…Detenuto
3) Petrovich Mario….Detenuto
4) Sesana Angelo…Detenuto
5) Casiraghi Antonio…in Libertà provvisoria
6) Formigoni Emilio…Latitante
7) Permiani Mario…Latitante
8) Carenati Vincenzo…Latitante
9) Beretta Antonio…Latitante
10) Poncini Gioacchino…Latitante
11) Salomia Vincenzo…Latitante
12) Colombo Enea…Latitante
13) Penati Vincenzo…Latitante

...Il FORMIGONI EMILIO del delitto previsto dagli art. 5 D.L.L. 27/7/944 N. 150 e art. 1 D.L.L. 22/4/1945 N. 142 punito ai sensi degli art. 51 e 58 C.P.M.G. per avere:

a) in concorso con Guidoni, Poncini, Petrovich, e Bonvecchio, nelle stesse circostanze di tempo e di luogo e colle modalità descritte nelle imputazioni relative agli imputati di cui sopra; organizzato e diretto, “l’operazione di rappresaglia, effettuata nella notte dal 23 al 24 ottobre 1944 nell’abitato di Valaperta di Casatenovo;
b) Partecipato in concorso di Guidoni al rastrellamento di Monte san Genesio, agli ordini del Capitano Butti Plinio, procedendo all’arresto di Conoscenti Salvatore, Ottolina Luigi ed altri;
c)partecipato in unione a Guidoni Giuseppe al comando del maggiore Airoldi Alberto nella notte dal 3 al 4 marzo 1945 ad un rastrellamento in località Montevecchia che portò alla cattura di numerosi partigiani tra i quali Sala Aquilino, Brivio Ermenegildo, Brivio Primo e Federico;
d) Nel novembre del 1944 arrestato e seviziato in concorso di Parmigiani e Beretta il patriota Vitali Nazzaro;
e) Il 13 dicembre 1944 in concorso di parmigiani, proceduto all’arresto dei patrioti Beretta natale, Colombo Gabriele, Mandelli Roberto, Ferrari Umberto e Scotti Giulio;
f) Nel dicembre 1944, in unione al Permiani comandato personalmente un rastrellamento in Barzanò alla ricerca di un gruppo di Carabinieri fuggiti alla deportazione in Germania; procedendo all’incendio di un cascinale e di un fienile in località Guast con danni rilevanti;
g) Il 1° aprile del 1945 invaso e perquisita la villa del sig. Forti arrestandolo e sottoponendolo ad atti umilianti;
h) Il 23 febbraio 1945; in Casatenovo fatto asportare dalle Brigate Nere di Massaglia tessuti per un valore ingente in danno di Gaverti Giuseppe tentando di estorcere allo stesso la somma di L. 40.000;
i) in concorso con Permiani e Beretta nel febbraio del 1945 organizzato una spedizione per arrestare nella cascina Ponziani il patriota Commissario di Guerra Leone del distaccamento Carlo Marx della 55abrigata Rosselli
l) in concorso di Permiani Mario estorto, nel febbraio del 1945, la somma di L. 15.000 a margiani Erminio
m) Proceduto all’arresto del patriota Bernardini Ulderico
n) in concorso con Cesana, Casiraghi Antonio, Permiani Mario, invaso a mano armata la casa di Usuelli Albina, in Ponzano di Casatenovo, per arrestare il patriota Valagussa Giovanni; minacciando di colpire con bombe a mano la famiglia Usuelli e di bruciarne la casa, procedendo infine all’arresto dell’Albina Usuelli, ai danni della quale si impossessava di una borsetta contenente l. 27.800 un orologio e di oggetti vari di biancheria e vestiari…

Commenti

  1. ...un ladro, oltre che assassino e torturatore. Le colpe dei padri non ricadano sui figli: purche' rinuncino all'eredita'.

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