Ma quale autonomia?

Domenica 22 Ottobre 2017, in Lombardia e nel Veneto, si terranno i due famigerati e propagandistici “referendum per l’autonomia” voluti dalle giunte regionali a stampo leghista.
Ma cerchiamo di partire qualche anno addietro. Era il lontano novembre 2007 quando Roberto Formigoni (allora Presidente della regione Lombardia) presentò a Roma un piano per chiedere maggiore autonomia su 12 materie a capo dello Stato (sfruttando l’art. 116 del Titolo V modificato dal governo Amato nel 2001). Tuttavia, questa proposta venne respinta dal premier, Silvio Berlusconi, dal ministro Ministro delle Riforme per il Federalismo, Umberto Bossi, dal Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, e dal Ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Non è strano che ora quest’ultimi due, rispettivamente governatori di Veneto e Lombardia, siano qui a propinarci la medesima iniziativa a distanza di 10 anni?
Possiamo notare, allora, come questa maggiore libertà nell’investire le risorse sarebbe potuta ottenersi anni fa. Eppure, la Lega Nord ha deliberato ed approvato solo nel Febbraio 2015, grazie al voto del Movimento Cinque Stelle, questo referendum consultivo, pur essendo eletti alla guida della regione nel 2013. E come mai il referendum si svolgerà così tanto tempo dopo (2 anni e mezzo), se la legge regionale prevede una scadenza di 18 mesi dalla delibera in Consiglio Regionale? I più maliziosi, o i più realisti, credono che questo continuo procrastinare sia dovuto all’avvicinarsi delle elezioni regionali. Vedendo questa occasione come una mera propaganda per salvare un mandato regionale scadente e non all’altezza della Regione Lombardia da parte della giunta leghista, nella figura di Roberto Maroni.
Ma arriviamo a capire nel dettaglio il referendum e cerchiamo di smentire certi miti legati ad esso:
1.     Arriveremo alla totale autonomia diventando una regione a statuto speciale? NO. Avremo la possibilità (come prevede e specifica l’articolo 116 della nostra Costituzione) di lavorare su forme e condizioni di maggiore autonomia su alcune materie di competenza statale
2.     È necessario passare da questo referendum per arrivare a tali autonomie? NO. Basterebbe aprire un tavolo di lavoro con gli organi parlamentari per arrivare all’approvazione di una legge di Stato, votata a maggioranza assoluta dei componenti delle due Camere. Questo è l’iter unico e decritto dalla Costituzione per conseguire l’obbiettivo. L’Emilia Romagna, ad esempio, ha già dato il via al dialogo con Roma, senza alcuna spesa per un inutile referendum.
3.     Se dovesse vincere il sì cambierà qualcosa? NO. Il referendum è consultivo, si chiede dunque un parere popolare. Infatti, non sarà previsto un quorum e il risultato, qualunque esso sia, non sarà necessariamente vincolante al percorso della giunta, né cambierà qualcosa per i cittadini Lombardi.
4.     Potremo trattenere 54 miliardi di residuo fiscale? NO. Non avremo risorse in più né potremo trattenere le tasse. Avremo solo libertà di spesa nelle materie richieste, una volta che, dopo la trattativa Regione-Stato, verrà emanata quest’ultima avrà la possibilità di poter utilizzare le risorse in maniera diretta. Tutto questo senza bisogno di alcun referendum.

A che prezzo tutto questo? 55,2 milioni € presi dalle tasche dei contribuenti lombardi.

Il PD di Merate è favorevole all’autonomia ed, infatti, sostiene la posizione presa dai nostri sindaci della Regione, capitanati da Giorgio Gori. Ciò che però rimane insopportabile alla sensibilità politica del partito è l’abuso propagandistico e lo sperpero economico che questo referendum lascia dietro di sé. Un referendum che chiede un parere sul nulla: nemmeno le materie su cui chiedere l’autonomia sono state decise! Bisognerà fare comunque tutto da zero e nella prossima legislatura, quindi, dopo le prossime elezioni. (Chi vincerà, cosa farà?)
In una regione dove i trasporti non funzionano, causando malumori e disagi ai tantissimi pendolari, in una regione dove la sanità ha sempre tempi più lunghi per le visite in strutture pubbliche o code interminabili per essere visitati al pronto soccorso,  non può bastare un semplice slogan inneggiante al federalismo, a salvare gli sprechi e la mancata risoluzione dei problemi regionali di questa giunta. Ma, soprattutto,in una regiona che risulta essere la seconda in Italia per corruzione e numero di reati, vogliamo continuare a concedere e permettere tutto questo?

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Noi siamo per una Lombardia più autonoma.. Sì, ma senza sprechi, senza propaganda e senza uscire dalle nostre norme costituzionali!

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