MARONI È IN GRADO DI ANDARE AVANTI?

Dura intervista del capogruppo di FI contro il governatore, il Pd vuole che si faccia chiarezza in Consiglio

"In questo momento di grande difficoltà le categorie produttive non si sentono in collegamento con il ruolo della Regione, che appare priva di un modello di sviluppo che vada oltre le proposte dei partiti. Avvertiamo tra la gente un disagio crescente, rappresentato tra l'altro dalla discesa al dodicesimo posto di Maroni nella classifica del gradimento dei cittadini". Un giudizio molto critico, che sorprende solo per un aspetto: chi lo ha pronunciato. La frase è comparsa mercoledì mattina contemporaneamente sui dorsi milanesi di Repubblica, Il Giornale e Libero. L'autore è il capogruppo di Forza Italia in Regione Claudio Pedrazzini, Berlusconiano di ferro, sempre ritenuto molto vicino anche a Mario Mantovani, soprattutto reduce da un vertice ad Arcore con il padrone di casa e con la coordinatrice lombarda Maria Stella Gelmini. Insomma, un'uscita in grande stile concordata con i vertici del suo partito.
A far trapelare il disagio sarebbe il rimpasto, dato per certo nelle prossime settimane dopo che il leader della Lega, entrato da un po' di tempo in pressing su Maroni, avrebbe preteso l'ingresso in giunta di un suo fedelissimo, il presidente della commissione regionale attività produttive ed europarlamentare mancato Angelo Ciocca. E non in una posizione qualunque, ma all'assessorato alla casa, che sarebbe strategico per la corsa a sindaco di Milano dello stesso Salvini. Ma un quella posizione c'è una donna di Forza Italia, Paola Bulbarelli, esterna vicina a Santanchè. Insomma, non appena a Palazzo Lombardia si è diffusa aria di rimpasto i partiti e soprattutto le correnti hanno iniziato a farsi sentire, aumentando vertiginosamente la conflittualità in maggioranza. Maroni è in grado di andare avanti? Il Pd ha rivolto la domanda allo stesso governatore, chiedendogli di spiegare martedì in Aula come stanno le cose. 
"Le parole di Pedrazzini sono molto dure - dichiara il capogruppo Enrico Brambilla- ma descrivono una realtà ormai sotto gli occhi di tutti. La Regione è ferma, il gradimento di Maroni in calo, la sua maggioranza è sempre più divisa, le promesse elettorali già messe nel cassetto. Abbiamo visto il flop del taglio dei ticket, vediamo che la riforma della sanità lombarda rimane nei principi un po' ambigui del libro bianco, mentre leggi importanti come il consumo di suolo vengono continuamente rinviate. Il Consiglio fa fatica a programmare le sedute perché non ci sono provvedimenti da approvare, mentre il riordino delle partecipate, in attesa di un nuovo scandalo, è del tutto fermo. Maroni ha il dovere di riferire al Consiglio su questa fase politica e ascoltare le considerazioni delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, e alla fine trarne le dovute conclusioni".

Commenti