UNO STATUTO "CELTICO" PER LA LOMBARDIA


Se non fosse stato inserito all'ordine del giorno in commissione Affari Istituzionali, avremmo pensato ad uno scherzo. Ed invece è tutto scritto nero su bianco in un progetto di legge di modifica dello Statuto regionale che la Lega Nord ha depositato convinta della necessità di ''una manutenzione e modernizzazione dello Statuto con uno sguardo tuttavia al passato e ai fondamenti tradizionali religiosi e culturali che hanno forgiato la popolazione lombarda''. 
Il documento è diviso principalmente in due parti. Dopo un preambolo che richiama all'identità del popolo padano, si arriva al nocciolo della questione: sia riconosciuta la "lingua lombarda", si sopprima il comma relativo alle politiche di integrazione nella società lombarda, si introduca la residenzialità come principio premiante per l'accesso a servizi alla persona e si modifichi il quorum per l'approvazione del referendum riducendolo dai due terzi dell'Aula (54 consiglieri) alla maggioranza assoluta (41). 
"È una proposta sconcertante" tuona il capogruppo del Pd in Regione Enrico Brambilla. "Se la Lega con un colpo di mano pensa di modificare a suo piacimento lo Statuto regionale lombardo, si sbaglia di grosso. La sua proposta di riforma presenta delle forzature che sanno molto di becera propaganda politica e nulla hanno a che fare con lo spirito europeo e progressista che caratterizza i lombardi".
Se dovesse passare questa proposta, lo Statuto renderebbe più semplice l'indizione del referendum consultivo ipotizzato dal presidente Roberto Maroni e sul quale la Giunta sarebbe ben disposta a spendere ben 30 milioni di euro per chiedere lo Statuto speciale, ma non ha i numeri sufficienti in Aula per portarlo a compimento. 
"I leghisti hanno bisogno di questi escamotage per indire un referendum sullo statuto speciale che ad oggi - spiega Brambilla -, con le norme attuali, non avrebbe sulla carta la maggioranza, a meno di un colpo di testa dei 5 stelle. Ricordo ai colleghi che nella storia di Regione Lombardia la riforma dello Statuto ha sempre visto una condivisione di maggioranza e opposizione. Ci auguriamo, pertanto, che si continui in questa direzione. E comunque noi riteniamo che sarebbe più opportuno intervenire sullo Statuto regionale dopo la conclusione della riforma costituzionale in corso in Parlamento". 
La butta sull'ironia il segretario regionale del PD Alessandro Alfieri: "Noto che la Lega si dimentica di rivedere la rimodulazione dei ticket sanitari, ma la fantasia ferve quando si tratta di inneggiare ai riti e alle identità padane. Mi permetto di dare anch'io un contributo: hanno dimenticato di inserire l'istituzione del matrimonio celtico sull'altare di Odino tanto caro ai leader del passato. Potranno sempre proporlo al gruppo di lavoro".

Da Settegiorni PD n°284

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