STAMINA, PD E PATTO CIVICO ALL'ATTACCO

Presentata una controrelazione sull'indagine conoscitiva

Su Stamina la Regione ha chiare responsabilità, avendo favorito l'accordo tra l'omonima fondazione e gli Spedali Civili di Brescia. L'indagine conoscitiva, chiesta dal Pd e in via di conclusione, lo ha dimostrato chiaramente, sebbene gli esponenti di maggioranza pare abbiano visto tutt'altro film. È quanto traspare dalla relazione conclusiva dell'indagine scritta dal consigliere della Lista Maroni Fabio Fanetti e resa nota la scorsa settimana: "irricevibile" secondo i consiglieri di Pd e Patto civico, troppo evasiva e parziale sui quesiti originari, sul ruolo della Regione e sui correttivi da assumere. Da qui la decisione di presentare in commissione una propria contro-relazione (il testo della relazione e la nota riassuntiva), presentata martedì, poco prima della seduta, con una conferenza stampa da Umberto Ambrosoli, Sara Valmaggi e Gian Antonio Girelli. La relazione di minoranza, prevista dal regolamento regionale, rimarrà tale se non ci sarà la possibilità di condividere un testo con la maggioranza.

"La decisione di presentare una relazione alternativa - spiega Ambrosoli - deriva da alcune evidenti carenze di quella presentataci dalla maggioranza. Carenze su punti critici per noi importanti e che sono alla base della nascita stessa della Commissione di Indagine. Il lavoro fatto in questi mesi era infatti focalizzato a mettere in chiaro almeno cinque punti. E cioè: sapere come è nato il rapporto tra Spedali Civili e Stamina Foundation; capire se all'origine non ci fosse stato qualcuno interessato a quella 'Convenzione' con l'ospedale bresciano; capire per quale motivo Regione Lombardia decise di appoggiare il ricorso in opposizione ad Aifa; comprendere i costi che tutta la vicenda ha comportato a carico delle strutture pubbliche; accertare se davvero molti pazienti avessero già pagato Stamina Foundation per avere la somministrazione delle infusioni in strutture pubbliche. Su tutto questo la Commissione d'indagine ha svolto un lavoro egregio. Ma nulla emerge dalla relazione conclusiva sui quei punti critici. Va ristabilita la correttezza delle procedure - aggiunge Ambrosoli - con delle proposte specifiche che noi indichiamo nella nostra relazione alternativa, facendo tesoro di tutto quello che abbiamo compreso nelle straordinarie audizioni di questi mesi. Solo così il caso Stamina e il nostro lavoro avrà un senso utile per la sanità italiana e per i tanti pazienti in attesa di cure". 
"Non abbiamo mai avuto come intento quello di fare polemica politica -aggiunge Gian Antonio Girelli - ma di condurre un'analisi approfondita e puntuale di quanto successo, soprattutto per impedire che succedesse nuovamente. Chi entra in una struttura sanitaria pubblica in Lombardia, e nel resto d'Italia, deve essere certo che non verrà sottoposto a metodiche che non siano validate scientificamente e che quello che gli verrà somministrato sia una cura".
Soddisfazione per il lavoro fatto è stata espressa anche dalla vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi: "questa indagine che abbiamo richiesto e voluto ci ha permesso di raccogliere molti elementi che confermano la responsabilità della Regione in questa vicenda. Responsabilità condivisa da diversi livelli, dalla direzione generale dell'assessorato alla sanità, dalla direzione degli Spedali Civili e dal Comitato etico. Non siamo invece riusciti a sapere quanto è stato pagato dal Servizio sanitario nazionale e regionale, questo anche perché la direzione dell'assessorato, pur avendo preso un impegno, non ci ha fatto avere la risposta che ha dovuto dare alla Corte dei Conti per la medesima domanda. Da ultimo, il lavoro della commissione è stato utile anche per riaffermare che il centrodestra ha compiuto un grosso errore quando, su suggerimento dell'assessore alla salute Mario Mantovani, approvò in aula un ordine del giorno per far proseguire le infusioni di Stamina in altre strutture anche fuori dalla Lombardia".

Commenti