Intervento di Tino Passoni al Congresso del Circolo PD Merate - 27/10/2013
Credo che lo scopo d’essere del
Partito Democratico sia quello di farci uscire da trenta anni di Craxismo prima
e di Berlusconismo poi, intesi come sfrenato individualismo e liberismo, non
rispetto delle regole, sostituzione del contenuto etico con toni gridati e
presenza continua sui media; l’individuo deve essere cittadino e non
consumatore. Il Partito deve porre al centro il valore della persona, la sua
responsabilità; la persona dovrebbe essere una cellula, quindi, che formi un
organismo sociale basato sulla libertà, l’uguaglianza delle opportunità, specie
per le donne e la solidarietà.
Bisogna uscire dalla crisi
ribaltando i valori che l’hanno generata ovvero il primato della finanza e
della rendita parassitaria sulla produzione, sul lavoro e sull’ambiente. Nel
mondo globalizzato la ricchezza si è concentrata in pochi: in Italia, ad
esempio, il 10% delle persone possiede il 50% delle ricchezze; il Partito
Democratico deve indicare la politica per vincere la crisi con i valori sopra
indicati. Una politica che abbia come
basi la cultura, l’istruzione, la scienza e l’innovazione nel pieno rispetto
dell’ambiente di cui la persona è parte, non antagonista. Chiamerei tutto ciò
“progresso”, un termine un po’ ottocentesco, ma che preferisco a sviluppo: il
primo comprende un miglioramento civile e materiale, il secondo ha un’accezione
più materialistica nel senso dell’ accumulo di beni materiali.
Bisogna proseguire nelle
liberalizzazioni iniziate da Bersani nell’ultimo Governo Prodi: bisogna
spaccare rendite di posizione e corporazioni.
La legge sulle pensioni ridurrà
l’esborso da parte dello Stato di 80 miliardi in 10 anni, sulla pelle delle
lavoratrici e dei lavoratori, oltreché delle pensionate e dei pensionati; possibile
che non si riesca a spillare il becco di un quattrino dalle rendite
parassitarie?
Molta preoccupazione mi dà la
linea del Partito riguardo alle riforme istituzionali; il cambiamento della
legge elettorale è la prima cosa da fare. Poiché la destra la vuole legare ai
cambiamenti della seconda parte della Costituzione non se ne viene fuori. Il
PdL capisce solo la politica come rapporto di forze per cui bisogna prenderne
atto. Non capisco, perché il Partito non abbia appoggiato la mozione del Deputato Roberto Giachetti per un ritorno
alla Legge Mattarella che poteva passare sia alla Camera che al Senato.
Riguardo alla modifica della
Costituzione il Disegno di Legge 813 prevede l’allentamento delle clausole
previste dall’articolo 138 della stessa. In sostanza si vuole cambiare
l’assetto istituzionale andando verso il presidenzialismo o semi tale, tra
l’altro senza un adeguato bilanciamento dei poteri; preferisco rimanere in una
Repubblica parlamentare. Quando si è cambiato la Costituzione , vedi le
modifiche al Titolo 5, si sono fatti pasticci.
Il partito deve integrarsi nel
Partito europeo dei democratici e dei socialisti, perché la costituzione degli
Stati Uniti d’ Europa è il nostro obiettivo.
In tema internazionale è una
vergogna che l’Italia, negli ultimi anni di Governo Berlusconi, abbia diminuito
la percentuale di PIL destinata ai Paesi poveri (019 % contro un obiettivo
dello 0,7 %, essendo la media europea dello 0,49%); non avevano detto di
aiutarli là dove vivono?
Un’altra vergogna è la nostra vendita
di armi all’estero, armi fabbricate da società a capitale pubblico.
Tornando al Partito non si può
tacere su quanto avvenuto in occasione dell’elezione del Presidente della
Repubblica, pugnalando alle spalle Bersani, prima non votando Franco Marini e
poi Romano Prodi: abbiamo fatto una pessima figura ed abbiamo mostrato un
partito lacerato.
Sono favorevole al finanziamento
pubblico e trasparente dei partiti, perché non possono sopravvivere solo quelli
dei miliardari; in Europa è previsto tale finanziamento come garanzia di
democrazia in antitesi alla plutocrazia. Naturalmente esso deve essere erogato
a fronte di certificazioni di spesa e con bilanci validati.
Bisogna ritornare alle scuole di
partito per formare gli amministratori ed i politici.
Riguardo alla politica locale,
quella del circolo, bisogna che questo si metta in sintonia con la società
cercando di capirne i bisogni, elaborandone la traduzione in azione
politico-amministrativa con un collegamento al gruppo comunale, sia esso in
maggioranza che in minoranza.
Bisogna impegnarsi per
individuare le nuove povertà che la crisi ha evidenziato elaborando politiche
di solidarietà concreta, come fanno le associazioni cristiane e cercando di
rimuoverle con leve politiche.
Il circolo deve ritornare ad essere
luogo di elaborazione politica, non solo locale, affinché detta elaborazione
venga inviata, quale contributo alle superiori
istanze: si dovrà creare un processo dialettico e bidirezionale con la
federazione provinciale.
Mi impegnerò per creare tale
sinergia fra il circolo ed il gruppo consigliare di Insieme per Merate in vista
delle elezioni comunali del prossimo anno. In tale ottica andranno riattivati e
pubblicizzati i siti del PD di Merate e di Insieme per Merate.
Ernesto Passoni
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