“I soldi dei lombardi in Lombardia” - le balle della Lega
C’è un numero che
smonta la propaganda leghista: è il 78
“I soldi dei lombardi in Lombardia”. Uno slogan efficace
quello della Lega Nord. Ma è solo propaganda.
Non è un mistero per
nessuno di noi:tutti i soldi dei lombardi
non si possono trattenere qui perché verrebbero meno le risorse per le pensioni, per la scuola, per
le forze dell’ordine e non solo.
C’è un numero che da solo smonta tutta la propaganda di Maroni
rispetto alla sua proposta di
trattenere il 75% delle tasse in Lombardia. È il numero è 78.
Già oggi infatti i dati certificati dalla Banca d’Italia
dimostrano che in Lombardia torna
il 78% delle
tasse che i cittadini versano.
Nello specifico i dati dicono che:
- la cifra pro-capite pagata dai lombardi con le imposte (da
persone e imprese) è pari a 14.579 euro
- lo Stato restituisce ai cittadini lombardi (sommando
prestazioni sociali e spesa corrente primaria per
ogni prestazione prevista dalle leggi) 9.977 euro, pari al 68%
di quanto corrisposto per imposte;
- il debito pubblico (i cui interessi ricadono su tutti)
riguarda i cittadini lombardi per la cifra pro-capite
di 1.500 euro, pari a poco più del 10% di quanto corrisposto per
imposte.
Così da rendere chiaro che già ora il 78% delle imposte pagate
torna in Lombardia.
Sarebbe meglio che il candidato di Lega e Pdl evitasse di
suonare il flauto della propaganda
soprattutto quando le sue proposte si rivelano un boomerang per
i cittadini e la regione tutta.
Sanità, serve più equità: chi ha di più paghi di più, chi ha
meno paghi di meno.
La Lombardia, tra le
regioni con i conti in ordine, è quella
che fa pagare di più i ticket sanitari ai suoi
cittadini. Infatti più complesso è l’esame da svolgere, più alto è
il costo per il cittadino a differenza delle altre
regioni dove si è
deciso di rimodulare il ticket più equamente in base al reddito e non al valore
delle prestazioni.
È necessario invece alleggerire le famiglie che non hanno redditi alti da questa
spesa perché le cure
devono essere garantite alla stessa maniera anche alle fasce più
deboli.
Il Pd propone quindi
di togliere i ticket sui
farmaci e il superticket sulle prestazioni ambulatoriali alle famiglie
con redditi al di
sotto dei 30mila euro. A partire da quella soglia la compartecipazione alla
spesa sanitaria deve
diventare progressiva.
“Chi ha di più paga di più, chi ha di meno paga
di meno”.
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