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Visualizzazione dei post da giugno 24, 2012

Autonomia? Enti locali al collasso

Si riporta l'invito del sen Rusconi ad un'interessante iniziativa che si svolgerà a Lecco, il 2 luglio, ore 21.00, presso la Banca Popolare di Sondrio, via Previati. Cari amici, la presente è per invitarvi al convegno dal titolo “Autonomia? Enti locali al collasso” ( lunedì 2 luglio ore 21.00 a Lecco - Banca Popolare di Sondrio, via Previati). Insieme al sindaco di Lecco, Virginio Brivio , interverranno Lorenzo Guerini , sindaco di Lodi, già presidente regionale dell'ANCI e oggi nell'ufficio di presidenza nazionale, Daniele Bosone , Presidente della Provincia di Pavia . Come sapete io sono stato sindaco di Valmadrera, vicepresidente nazionale dei piccoli comuni e tuttora amministratore comunale. In questa veste avrò il piacere di introdurre la serata. Concluderà l'ex ministro Beppe Fioroni , anch'egli proveniente dall'esperienza amministrativa. Il tema fondamentale è il superamento del patto di stabilità, fondamentale per la ripre

GIUNTA POCO ROSA, IL CONSIGLIO DI STATO BOCCIA FORMIGONI

Accolto il ricorso presentato dalle associazioni, lo Statuto deve essere rispettato La giunta del quarto mandato di Formigoni, con un solo assessore donna, era effettivamente in contrasto con i principi dello Statuto, e quindi da azzerare. Lo ha definitivamente stabilito giovedì pomeriggio il Consiglio di Stato accogliendo il ricorso che le associazioni Articolo 51, Usciamo dal Silenzio e DonneInQuota, avevano formulato. Nel frattempo Formigoni ha inserito in Giunta Valentina Aprea e in un secondo tempo Luciana Ruffinelli e Margherita Peroni, ma anche la nuova formazione è oggetto di un ricorso delle stesse associazioni che, peraltro confortate dalla recente sentenza, vogliono veder applicata la piena parità di genere, mentre il conteggio si ferma ancora a un rapporto di uno a quattro. "È importante sottolineare - ha dichiarato a caldo   Sara Valmaggi   - che il Consiglio di Stato ha comunque rilevato la necessità che ci sia uguaglianza, o sostanziale approssimazione ad essa, d

Ok a riduzione dei parlamentari ma Pdl e Lega mettono a rischio le riforme

Noi siamo preoccupati perchè la riduzione del numero dei deputati e quella dei senatori che voteremo mercoledì è inserita in un provvedimento che a mio avviso non diventerà mai legge dello Stato. Questa votazione rischia, quindi, di essere una delle tante votazioni sulla riduzione del numero dei parlamentari avvenute in Parlamento negli anni, e non capisco perché non ci si voglia impegnare fino in fondo per mettere in sicurezza questa parte della riforma. Mercoledì torneremo a discuterla e noi torneremo a porre questa questione: mettiamo in sicurezza, stralciandole da questo testo, quelle parti di riforma costituzionale che riusciamo a votare insieme. Il resto mi pare che ormai sia destinato a non essere approvato. Con la presentazione in aula degli emendamenti sul semipresidenzialismo, il Pdl ha violato un patto che vedeva i due terzi dell'Aula del Senato d'accordo sul testo di riforma costituzionale. Lo ha fatto per buttare la palla in tribuna e lo scambio tra Pdl e Lega tra

Lo scippo della Costituzione

Nel silenzio generale stiamo assistendo alla manomissione di alcuni importantissimi articoli della Costituzione. Può un Parlamento di non eletti, ma di “nominati” in base a una legge di cui tutti a parole dicono di volersi liberare per la distorsione introdotta nel nostro sistema istituzionale, mettere le mani in modo così incisivo sul testo fondativo della nostra Repubblica? Stiamo vivendo una fase costituente senza averne adeguata consapevolezza, senza la necessaria discussione pubblica, senza la capacità di guardare oltre l’emergenza. È stato modificato l’articolo 81 della Costituzione, introducendo il pareggio di bilancio. Un decreto legge dell’agosto dell’anno scorso e uno del gennaio di quest’anno hanno messo tra parentesi l’articolo 41. E ora il Senato discute una revisione costituzionale che incide profondamente su Parlamento, governo, ruolo del Presidente della Repubblica. Non siamo di fronte alla buona “manutenzione” della Costituzione, ma a modifiche sostanziali della forma