Post

Visualizzazione dei post da aprile 22, 2012

A che serve un partito

È scritto nella Costituzione: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». Non possiamo farci derubare di questa conquista. Non possiamo darla vinta a chi scommette sulla sfiducia, il discredito, il ripiegamento individualista. Perché siamo nel mezzo della crisi sociale più dura dal dopoguerra, ed è in gioco il futuro dei nostri figli. È vero che la cattiva politica ha prodotto l’antipolitica. Ma è vero anche che l’antipolitica ha già guidato, attraverso il populismo della destra e il mito del partito personale, la Seconda Repubblica. E le macerie ci stanno cadendo addosso. Il fallimento di quest’ultimo decennio ha ridotto drasticamente la competitività della nostra economia, ha sfilacciato il tessuto civile, ha strappato le reti di solidarietà sociale. L’antipolitica era già al governo: non sarà oggi un giullare o un nuovo Cavaliere a riscattare ciò che ci è stato tolto,

Partigiani e demagoghi

Nel 25 aprile forse più incerto della nostra storia le parole di Giorgio Napolitano e Mario Monti hanno il merito di non aggiungere retorica alla retorica e di fissare la rotta. Il capo dello stato richiama i partiti al dovere di fare pulizia («estirpare il marcio» dice con un’espressione volutamente forte), invitandoli a chiudere la stagione elettorale dei «nominati» (altra espressione forte), ma ricordando che le campagne anti-partiti dei «demagoghi di turno», in Italia, non hanno mai portato da nessuna parte. Un richiamo rivolto anche a giornali e tv che negli ultimi mesi soffiano sull’antipolitica con una foga che non si vedeva dall’inizio degli anni Novanta. Napolitano chiude anche la questione del voto a ottobre, una polemica in realtà più inventata dai giornali che agitata dalle forze politiche, ma che ieri trovava spazio su quasi tutte le prime pagine. Il premier, invece, evoca lo spirito partigiano ( bipartisan diremmo oggi) della Liberazione «per far fronte ai

Quelli che sollevano polveroni

Ogni giorno ci diciamo che il mondo è impazzito, ma forse è stato sempre così. Solo che oggi tutta la follia del mondo è visibile contemporaneamente a casa nostra. Perfino il 25 aprile, che ogni anno bisogna difendere da quelli che mettono sullo stesso piano i partigiani della libertà e i servi dei nazisti. Mentre la cronaca ci mostra ogni genere di politica degenere, al punto che sembra rendere inutili le conquiste di coloro che combatterono per garantircele. E il presidente della Regione più ricca e più popolosa non perde occasione per esibirsi in tv nel suo peggior repertorio, aggredendo giornalisti e paragonandosi addirittura a Gesù Cristo. Atteggiamenti apparentemente fuori controllo, in realtà studiati e messi in atto con cura. Formigoni sta solo mettendo in atto la strategia che Berlusconi consigliava a Ruby: fa il pazzo per sollevare polveroni e confondere le tracce… Maria Novella Oppo

Crescere come?

Immagine
Il tema della Crescita è l’argomento su cui puntare tutte le forze. Abbiamo già osservato che il rigore delle prime fasi del governo Monti, unito a liberalizzazioni e semplificazioni, possono permettere da un lato l’allontanamento dal baratro dell’insolvenza e dall’altro una razionalizzazione della “macchina Italia”. Tuttavia questi elementi sono solo propedeutici ad uno sviluppo e non sono sufficienti, come faceva notare Scarpinato nel suo articolo dal titolo “LA GRECIA E’ VICINA”, già pubblicato nel Blog www.Europasiamonoi.wordpress.com . nel marzo 2012. Scarpinato sottolineava il grande peso della Illegalità ( e di conseguenza della Corruzione e della Criminalità Organizzata); noi riteniamo che oltre a operare in questa direzione, sia essenziale anche l’ammodernamento delle strutture con le quali si ha a che fare a ogni passo. Anche lo sforzo di razionalizzazione del cosiddetto “mercato del lavoro” è stato impostato in questa ottica. Ma tutto ciò non dà automaticamente luo

Lettera di Bersani per il 25 Aprile

Care iscritte, cari iscritti, il 25 aprile noi italiani ricordiamo la liberazione dal nazifascismo e la resistenza di quanti lottarono anche a costo della vita per la libertà e la democrazia nel nostro paese. Se oggi noi viviamo in un mondo migliore lo dobbiamo anche a loro. Per queste ragioni, la celebrazione del 25 aprile per noi democratici non è un semplice rito, ma il momento in cui ciascuno rinnova l'impegno personale e collettivo per la difesa e lo sviluppo della democrazia in Italia e in Europa. La ricorrenza del 2012 si presenta da questo punto di vista ancora più significativa. Fin dall'inizio il Partito democratico ha avuto l'ambizione di essere il partito della liberazione, della Costituzione e della ricostruzione civile e democratica dell'Italia. Abbiamo passato anni terribili. Il populismo ha governato il paese, portando l'Italia sull'orlo del burrone. Noi abbiamo lottato contro questa deriva, chiamando tutti alla riscossa civile, per riportar

"Che bel fior" è la democrazia

Immagine
25 Aprile 2012: "che bel fior è la democrazia"!

Incontro con il tesoriere PD Regionale Lombardia - Lecco, Martedì 24 Aprile

Dopo  gli ultimi scandali  di corruzione e di malversazione che hanno  travolto la Lega e coinvolto pesantemente anche la Margherita, la legge sui rimborsi elettorali ai partiti  è al centro della bufera politica e mediatica di questi giorni. Molti attivisti ci stanno chiedendo dove vanno a finire tutti i soldi che il partito riceve dallo Stato come rimborso elettorale visto che nei Circoli e nelle Federazioni provinciali la pratica ricorrente per svolgere attività politica nel territorio è l’autofinanziamento. Noi vogliamo rispondere a queste ed altre domande invitando per Martedì 24 aprile alle ore 21,00 presso la Sede del  Partito in via Parini, 35   GIOVANNI BATTISTA MAGNOLI BOCCHI tesoriere del PD Regionale. Vi aspettiamo numerosi.

FINANZIAMENTI PUBBLICI AI PARTITI

L'argomento si è imposto recentemente all'opinione pubblica, anche grazie all'ampio spazio che gli è stato dato dai media, a causa di gravi episodi di uso improprio e incontrollato delle risorse finanziarie dei partiti. La nostra immediata e comprensibile reazione è stata: siano puniti i colpevoli e siano aboliti i finanziamenti pubblici ai partiti, anche in coerenza con quanto deciso da un referendum del 1993. E' evidente che l'ntroduzione, nel 1994, dei rimborsi elettorali è stato un escamotage ipocrita finalizzato ad eludere il responso referendario. Una revisione legislativa di tutta la materia si impone ed è necessario che il Legislatore adotti provvedimenti chiari e ben motivati che disciplinino l'istituzione "partito" prevista dall'Art. 49 della Costituzione, i principi della sua gestione (compresi i finanziamenti), gli strumenti e le modalità di controllo. Il Partito Democratico ha già depositato delle proposte su questi argomenti