A che serve un partito
È scritto nella Costituzione: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». Non possiamo farci derubare di questa conquista. Non possiamo darla vinta a chi scommette sulla sfiducia, il discredito, il ripiegamento individualista. Perché siamo nel mezzo della crisi sociale più dura dal dopoguerra, ed è in gioco il futuro dei nostri figli. È vero che la cattiva politica ha prodotto l’antipolitica. Ma è vero anche che l’antipolitica ha già guidato, attraverso il populismo della destra e il mito del partito personale, la Seconda Repubblica. E le macerie ci stanno cadendo addosso. Il fallimento di quest’ultimo decennio ha ridotto drasticamente la competitività della nostra economia, ha sfilacciato il tessuto civile, ha strappato le reti di solidarietà sociale. L’antipolitica era già al governo: non sarà oggi un giullare o un nuovo Cavaliere a riscattare ciò che ci è stato tolto,