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Visualizzazione dei post da aprile 15, 2012

Norme severe, ma i finanziamenti restino pubblici

La campagna populista. Il messaggio è: tutti i partiti sono uguali e vanno tutti chiusi E' necessaria una svolta nelle regole che governano il finanziamento dei partiti. Il progetto di legge presentato da Pd, Pdl e Terzo polo è un primo passo molto importante, che va nella direzione indicata da Pier Luigi Bersani: un intervento immediato di radicale revisione dei meccanismi di trasparenza, controllo e sanzionamento, per poi procedere ad una riforma complessiva dei partiti in attuazione dell'articolo 49 della Costituzione. Per questo il Pd ha sollecitato rigorosi controlli sui rendiconti 2011, rinviando se necessario l'erogazione della rata di luglio dei rimborsi elettorali. Per questo nella proposta depositata alla Camera sono previsti la certificazione obbligatoria dei bilanci, una nuova autorità indipendente di controllo, sanzioni severe per chi viola le regole, la pubblicazione in Internet dei bilanci dei partiti, la drastica riduzione della soglia oltre la quale le

FINANZIAMENTO E RUOLO DEI PARTITI

Carissime e carissimi,                             a  fronte di una richiesta urgente di intervento sul finanziamento dei partiti, la Lega ha frenato. Martedì è stata depositato alla Camera il disegno di legge per la riforma del finanziamento pubblico che si poneva come scopo di normare in modo stringente e rigoroso la delicata questione dei rimborsi alla politica, che nelle ultime settimane, anche alla luce degli scandali, Lusi e Lega, stanno incendiando il dibattito politico, a ragione, e proprio per questo la nostra richiesta era di accelerare i tempi passando attraverso la sede legislativa, sospendendo nel frattempo la rata finanziamento  di luglio fino ad approvazione di nuove norme severe su controlli e trasparenza (in quest’ottica il Pd  ha immediatamente tagliato il 30% spese elettorali di maggio prossimo.) Lo stop della Lega affinchè si approvassero in tempi brevi, maggiori controlli, trasparenza e sanzioni sull’uso dei contributi pubblici, è sicuramente originato d

La vera posta in gioco

Per riscattare la politica dalla sfiducia e dal discredito che l’hanno investita occorre anzitutto calarsi nella drammaticità della crisi, nella sofferenza delle famiglie, in questa diffusa paura del futuro, nella sensazione di impotenza che purtroppo trasmettono le stesse istituzioni democratiche, ridotte spesso a esecutrici di mandati esterni (e per di più sbagliati). È la crisi più grave che la generazione post-bellica abbia conosciuto. E i suoi effetti sociali sono ormai il contesto in cui si svolge la battaglia politica, si misura l’eticità dei comportamenti, si animano vecchi e nuovi populismi. Il cambiamento è possibile. Ma in questo tornante i rischi sono molto elevati. Compresi rischi democratici. Le classi dirigenti hanno grandi responsabilità. I partiti, e con loro i corpi intermedi, debbono resistere a chi li vuole morti perché, se il cittadino diventerà solo davanti a un mercato senza regole, allora sarà finito il modello sociale europeo. Non c’è democrazia senza partiti.

Pd, dallo Stato riceve 200 milioni, ma ai circoli finiscono solo le briciole

Riportiamo un articolo, che ci è stato segnalato, proveniente dal Fatto Quotidiano, giornale che, come sempre, è esageratamente critico nei confronti del nostro partito. Racchiude però una verità di fondo: i circoli sul territorio hanno pochissimi soldi, spesso gli iscritti devono compensare le spese con le proprie risorse personali, e i soldi delle tessere rimangono in minima parte al circolo di provenienza. In queste condizioni anche l'attività politica di chi, come ce ne sono tantissimi nei circoli del Partito Democratico, vogliono fare attività politica seria, per il bene del Paese, e senza guadagnarci nulla, anzi, spesso rimettendoci, risulta fortemente penalizzata. La demagogia di questi giorni relativa al finanziamento ai partiti è qualcosa di scandaloso, perchè senza finanziamenti i partiti sono morti, e senza i partiti (anche secondo la nostra COSTITUZIONE) non esiste democrazia, ma un maggiore controllo su come vengono utilizzati questi soldi è necessario. Buona lettura

Impugnata "Legge Harlem"

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Il Governo ha deciso di impugnare per incostituzionalita' la cosidetta "Legge Harlem", fortemente venuta dalla Lega ed approvata dalla Regione Lombardia lo scorso febbraio, che p revede una serie di pesanti restrizioni per l'apertura di attivita' commerciali da parte di cittadini stranieri. Come Partito Democratico abbiamo denunciato sin dall'inizio la manifesta anticostituzionalita' di questa legge ed il suo intento chiaramente discriminatorio che, paradossalmente, finisce per danneggiare non solo i commercianti di origine straniera ma anche gli stessi italiani. Esprimiamo quindi tutto il nostro apprezzamento per l'azione del governo e l'augurio che questo sia solo il primo passo verso la cassazione di tutte le leggi e le ordinanze discriminatorie volute dalla Lega e dai suoi sodali in tutta Italia. Roberto Cornelli - Segretario Pd Area Metropolitana Milanese Daniela Pistillo - Responsabile forum immigrazione