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Visualizzazione dei post da marzo 18, 2012

FIOM: ART.18, ECCO COSA ACCADRA'

Riceviamo e pubblichiamo, come ci è stato chiesto, il comunicato della Fiom sulla riforma del lavoro del governo Monti. Ci sembra però opportuno sottolineare che la riforma Monti non prevede solo la modifica dell'art.18, ma contiene anche una parte che estende alcune garanzie ai precari che, fino ad oggi, non sono assolutamente soggetti all'art.18, che nella situazione attuale protegge ormai una piccola parte dei lavoratori. Possiamo discutere quando vogliamo, possiamo essere d'accordo o meno su questo o su quello.......di certo è che tutto ciò è una vera e propria "MACELLERIA SOCIALE" - ELIMINANDO L'ART.18 ECCO COSA ACCADRA'. .. VERRAI LICENZIATO SE: (...) Sciopererai; Sei donna e vuoi fare più di un figlio (ricordiamoci dei licenziamenti in bianco fatti firmare dalle giovani donne); Ti ammali di una patologia invalidante e hai ridotto le tue capacità lavorative; Passi un periodo di vita difficile e non dai il massimo; Hai acciacchi ad una certa età

Ne valeva la pena?

Il presidente Napolitano spiega ogni giorno quanto è buona e necessaria la riforma del mercato del lavoro presentata dal governo. Qualche domanda però è lecita . Davvero svuotare l’articolo 18 è necessario per far ripartire la crescita e rassicurare i mercati? Sembra di no: gli economisti non sono riusciti a dimostrare che le imprese italiane restano nane per non superare la soglia dei 15 dipendenti che fa scattare l’articolo 18, gli investitori stranieri sono più spaventati dalla camorra, dalla mafia, dalla burocrazia e dalla politica più che dai giudici del lavoro, l’aumento di produttività dovuto al timore del licenziamento difficilmente compenserà anni di investimenti troppo bassi da parte delle imprese. I mercati non sembrano folgorati : ieri lo spread è salito da 287 a 302 punti. Possiamo almeno dire che è una riforma equa, che toglie ai vecchi per dare ai giovani, distribuendo tra generazioni il peso della crisi? In parte. È vero che finora l’insofferenza delle impr

La strada da prendere

Si sapeva che sarebbe stata la partita più difficile. E lo è, anche mettendo da parte le liturgie che in queste occasioni fanno sempre riscaldare la temperatura nelle ultimissime ore, conducono sull’orlo della rottura, impongono rinvii e congelamenti delle discussioni. Impossibile dire, ieri sera, se il confronto sul nuovo mercato del lavoro potrà chiudersi positivamente fra le parti sociali, come appare a tutti essenziale. La giornata decisiva sarà domani, con l’ultimo incontro con il governo. Ma già oggi tante cose si capiranno dalla cruciale riunione dello stato maggiore della Cgil. In un quadro così delicato, ieri Monti ha messo sul tavolo una posizione che rappresenta una novità in questo campo. Potrebbe rivelarsi solo una mossa tattica, per spingere i sindacati a firmare, ma l’annuncio che la riforma sarà portata in ogni caso in parlamento, limitandosi ad “allegare” le opinioni delle parti sociali, vuol dire restituire alla politica e ai partiti la responsabilità ul

Viaggio nel cuore della Volkswagen, la fabbrica di auto che vende auto

Reportage da Wolfsburg, Germania del Nord, ultima factory town d'Europa. Diversamente dal modello autoritario Fiat, che precipita sui mercati e taglia i posti di lavoro, nel colosso tedesco i manager e gli operai decidono insieme e l’azienda vola Ciminiere all’orizzonte: quattro, altissime. Le scorgi da lontano, chilometri prima di entrare in città. Comincia da lì il passato che non se ne vuole andare. Catena di montaggio, fabbrica, operai. Un esercito di tute blu: quasi 20 mila. Fine del turno del mattino, eccoli. Escono a migliaia dai cancelli dello stabilimento. Una scena ormai neppure immaginabile dalle nostre parti. Questa è Wolfsburg, Germania del Nord, l’ultima factory town d’Europa. Una città con il marchio Volkswagen, la multinazionale dell’auto più efficiente del mondo, un gigante che l’anno scorso ha macinato ricavi per 159 miliardi di euro, quasi tre volte Fiat-Chrysler, con profitti per 15, 8 miliardi, più che raddoppiati rispetto a