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Visualizzazione dei post da febbraio 19, 2012

Lettera aperta alla CGIL

Assistendo al dibattito in corso tra “parti sociali” relativamente alle intenzioni dell’antisociale governo Monti di svuotare i contenuti dell’articolo 18 dello Statuto Lavoratori per estendere la precarietà a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori italiani, come se quelle presenti nel mercato del lavoro italiano non bastassero a renderlo drammatico, diamo un giudizio assolutamente negativo alla linea attendista e di “riduzione del danno” che sta portando avanti la CGIL Nazionale! A partire dalla riforma previdenziale contro la quale è palesemente mancata una reazione proporzionata all’offesa, che pesantemente e nuovamente ha colpito i redditi da lavoro rendendo una chimera la prospettiva di andare in pensione ad un’età accettabile, passando per l’affondo al contratto nazionale ormai azzerato, anche attraverso l’accordo del 28 giugno 2011, e arrivando alla totale assenza di conflitto quando la principale azienda manifatturiera italiana (la FIAT) decide con chissà

Ecco come stiamo migliorando il decreto liberalizzazioni

Certamente la via per rendere il nostro Paese più moderno attraverso le liberalizzazioni e' accidentata e difficile ma non e' vero che in Parlamento, come si legge in giro, si stia facendo retromarcia e ci stia arrendendo alle lobby. Sicuramente si potrebbero fare meglio tante cose, ed e' vero che le pressioni di contrasto sono fortissime, ma il PD rivendica di aver contribuito a migliorare il provvedimento. Soprattutto in materia di banche e assicurazioni possiamo dire, senza paura di essere smentiti, di aver ottenuto molto di quello che chiedevamo dall'inizio attraverso i nostri emendamenti. Sono state accettate le nostre proposte su questioni davvero importanti per tanti cittadini come le stipule di mutuo e la vendita di contratti assicurativi. Le banche non potranno più vincolare l'erogazione di un mutuo alla stipula di una assicurazione sulla vita presso lo stesso istituto e non potranno più condizionare l'erogazione di un mutuo all'apertura

Il dopo Monti comincia oggi

Vent’anni fa Mani Pulite fu l’innesco della Seconda Repubblica. Ma hanno avuto poco di storico le celebrazioni dei giorni scorsi: piuttosto sono diventate un duro confronto sull’oggi. Perché sono tante le similitudini con l’Italia dei primi anni 90. A partire dalla corruzione, tuttora a livelli insopportabili. Anche le promesse sul cittadino-arbitro sono state deluse da una torsione costituzionale di segno populista. I partiti, quelli sì, sono stati colpiti, delegittimati (e molto ovviamente hanno messo del loro). Ma non ha tratto beneficio la qualità della democrazia. Semmai nel ventennio ha trovato impulso una spaventosa crescita delle disuguaglianze sociali: e chi può negare oggi l’evidenza di una connessione tra l’egemonia liberista e i miti iper-maggioritari, spacciati entrambi come vettori di libertà per tutti? La sinistra è uscita malconcia dal confronto-scontro con le forze prevalenti sul mercato. Eppure negli anni Novanta ha giocato le sue carte. E da noi può anc

INTERVENTO DEL SEN. RUSCONI A NOME DEL PD IN AULA AL SENATO PER LA VOTAZIONE DEL DECRETO “MILLEPROROGHE”

Signor a Presidente, colleghi, onorevole rappresentante del Governo, noi comprendiamo il senso di respo nsabilità con cui il Governo Monti, anche attraverso questo provvedimento, porta avanti un progetto di risanamento, ma anche di rilancio della crescita economica. Anche per quanto riguarda le materie di competenza della 7a Commissione, abbiamo espresso un giudizio positivo, compatibilmente con le risorse a disposizione, accettando anche qualche riduzione, come nell'ambito delle federazioni sportive. In tale ottica leggiamo l'intervento del Governo, all'articolo 14, sulle graduatorie dei docenti. Mi dispiace deludere il collega amico, senatore Pittoni, della Lega Nord: il Partito Democratico ha mantenuto un'unica posizione in Commissione 7a e nelle Commissioni 1a e 5a, rappresentata dal sottoscritto e dalla senatrice Bastico, con l'impegno, però, da parte del Governo e del Ministro, ad una nuova legge sul reclutamento che incentivi i giovani a vedere q

Caso Celentano, una collettiva perdita di senso

Abbiamo cullato per un po’ l’illusione d’essere diventati di colpo un paese normale, ma la solita polemica scema sul festival di Sanremo ci riporta all’umile realtà. Scema, più scema. Anzi, di colossale idiozia. Accade che Adriano Celentano spari la consueta salva di baggianate e in un paese dove nulla è più indispensabile del futile si scateni un'ondata di reazioni. Gravi, indignate, plaudenti, pro o contro, ma sempre sciocche. Dai vertici Rai, dalla politica, dal giornalismo e finanche dalla Chiesa, che nella nostra ingenuità laica credevamo comunque un'organizzazione di gente seria. Il record assoluto di apnea del pensiero è stato raggiunto dal direttore generale della Rai, incredibilmente la signora Lorenza Lei, la quale ha commissariato il festival attraverso la nomina a supervisore di Antonio Marano, braccio televisivo della Lega, uno che a non conoscerlo è inutile descrivere. Il personaggio del commissario al festival della canzonetta è una trovata che non