Riforma del lavoro

Meno precarietà e flessibilità senza regole. Ora correzioni su esodati, ammortizzatori e partite Iva.

 Come garantito al presidente del Consiglio, abbiamo approvato la riforma del mercato del lavoro prima del Consiglio europeo, dopo aver contribuito a migliorarla. Adesso Monti deve rispettare l'impegno preso in Aula a risolvere alcune criticità, come dare una prospettiva ai lavoratori che non hanno più stipendio e che non possono però andare in pensione a causa dell'innalzamento dell'età prevista dalla riforma previdenziale e sui nuovi ammortizzatori sociali. Per quanto riguarda la nuova Assicurazione sociale per l'impiego (Aspi) abbiamo chiesto di posticiparne l'entrata in vigore di un anno a causa del prolungarsi della crisi. La riforma riconosce l'esistenza di un eccesso di precarietà nel nostro Paese e che non si crea crescita e sviluppo con la flessibilità senza regole. E' stato introdotto, poi, un salario minimo di riferimento per i lavoratori a progetto e l'obbligo di un compenso minimo per chi fa stage o tirocini, ponendo così fine a una forma di sfruttamento molto diffusa. Altro nodo irrisolto, infine, riguarda la mancanza di ammortizzatori sociali, maternità e malattia per le partite Iva.

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