Intervento di Carlo Spreafico in Consiglio Regionale, 17 luglio 2012 su Expo 2015


Sono già stati espressi i nostri giudizi critici sullo stato di realizzazione del percorso per rispettare gli impegni che ci devono portare a Expo 2015, quindi non li ripeterò.
Ribadisco che il nostro è un ragionamento critico ma propositivo perché ci interessa che Expo si realizzi nel migliore dei modi e non resti prigioniera delle tensioni della maggioranza e del conflitto con altre istituzioni locali e nazionali.
Mi concentrerò quindi su poche riflessioni operative che non mi sembrano adeguatamente presenti nell’azione istituzionale della Regione. Non siamo tra quelli che tifano per il suo fallimento e non abbiamo il paraocchi che impedisce di guardare i contorni critici. Non siamo neanche tra quelli che pensano che Expo serva a buttar via soldi.
1) E’ evidente che la comunicazione per contrastare questa idea diffusa (che Expo serva a buttar soldi) è stata inadeguata rispetto a quella mediaticamente prevalente che ha puntato su inefficienze, ritardi, lotte interne di potere, polemiche personali, ecc.
Il Paese, di fatto nel momento in cui ha più bisogno di rilanciare la propria immagine mondiale, sta vivendo distrattamente questo evento e non lo considera più con lo stesso entusiasmo di quando abbiamo vinto la candidatura.
Più che andare alla ricerca dei colpevoli, ci pare necessario ripristinare coi fatti un nuovo rapporto col Paese e la responsabilità di farlo è prima di tutto lombarda.
Al Governo dobbiamo chiedere di sostenerci, ma tocca a noi proporre e gestire il rapporto coi media. Tocca a noi decidere quantità e qualità dell’investimento in questo strategico settore della comunicazione!
2) Un secondo aspetto riguarda il ruolo della periferia lombarda, cioè i territori al di fuori della cerchia muraria di Expo, che stanno assistendo all’avvicinarsi dell’evento in modo distaccato perchè non ha funzionato come doveva il Tavolo Lombardia. Molti di questi territori che rappresentano la spina dorsale della nostra economia regionale si sentono esclusi o peggio coinvolti solo come destinati a ospitare quanto Milano non riuscirà a garantire ai visitatori.
Rilanciare il Tavolo Lombardia significa rimettere tutti al centro fornendo non solo informazioni ai territori su come si arriva, si sta ed a quali condizioni dentro le mura dell’esposizione e dei suoi padiglioni, ma anche chiarendo i contorni di un progetto di decentramento di alcune iniziative espositive. Si può pensare anche a padiglioni esterni collegati al tema che la Lombardia sceglierà per essere identificata a Expo? Chi sta facendo questo lavoro, a quali costi si va incontro, a quali difficoltà? Possiamo aprire uno sportello Expo in ogni Ster dedicato a dare queste risposte?
Una cosa è certa, pensare di trasferire solo la domanda di eventi collaterali e/o quella di turismo sul territorio periferico non funzionerà, perché nessuno rinuncerà ai clienti fidelizzati per quelli occasionali.
Nessuno farà programmi senza essere inserito in un contesto di sistema, perciò serve più coinvolgimento nel sistema espositivo.
Tenuto conto anche della crisi economica, che ci sta creando non pochi problemi di tenuta del sistema lombardo, Expo può essere anche una locomotiva che traina; ma il sistema va aiutato ad agganciarsi ben sapendo che è fatto di piccola e micro impresa e di enti locali in gravi difficoltà finanziarie. La Regione e la Società devono dare loro gli strumenti per prendere le decisioni.
3) Individuare il tema che identificherà la Lombardia all’esposizione sarebbe di grande aiuto al sistema sia privato che pubblico perché consentirebbe di concentrare l’attenzione, le idee, le risorse su un tema concreto.
Abbiamo battuto la candidatura di Smirne con una scelta tematica azzeccata “Nutrire il Pianeta” e l’abbiamo sostenuta con immagini del nostro stupendo territorio che è il più ricco in Italia di acqua dolce, cioè uno degli elementi essenziali per la vita.
La nostra storia lombarda, di ieri e di oggi, ruota attorno all’uso di questa risorsa che è, con il cibo, il nutrimento del pianeta. Quindi sarebbe ovvia una scelta che caratterizzi all’Expo 2015 la Lombardia, attraverso il ruolo dell’acqua dolce per svariate funzioni a cui la nostra storia (agricola, industriale, di allevamento, di mobilità e ambientale) ci ha addestrati.
Stiamo ora aprendo nuove frontiere per la produzione di energia da fonti rinnovabili sfruttando l’acqua di falda e quella dei laghi.
L’elenco di quanto sappiano fare i lombardi con l’acqua potrebbe essere ben più lungo, ma quanto ricordato credo basti a spiegare perché dovrebbe essere l’acqua dolce ad identificare la Lombardia all’esposizione; soprattutto perché non c’è alcun territorio lombardo che sull’acqua non abbia qualcosa da spiegare al mondo. Da chi c’è l’ha in montagna gelata nei ghiacciai, a chi la conserva nei laghi, a chi la usa attraverso i canali (naviglio e bevere), a chi nel fiume. Definire un tema vorrebbe anche dire renderlo prioritario nei progetti per l’accesso ai finanziamenti europei a noi destinati.
4) A fianco del tema principale di identificazione cioè l’acqua, dobbiamo curare con particolare attenzione offrendogli uno spazio tematico di rilievo, il ruolo della cooperazione internazionale per lo sviluppo dei paesi poveri perché la Lombardia è la capitale mondiale di questo settore. A chi lavora con passione in questo settore, dobbiamo questo riconoscimento, a chi ha bisogno della loro opera dobbiamo far conoscere la nostra azione
L’intervento di Galli ha scelto di parlare alla zia (Pisapia) perchè la suocera intendesse (Formigoni).
Noi, essendo più liberi di lui nei giudizi politici sulla Regione, abbiamo parlato con lingua dritta e sguardo fermo, direttamente alla suocera e gli abbiamo chiesto di fare un passo indietro per farne tutti insieme due in avanti. Sarebbe un gesto di grande lucidità.
Concludo con il ringraziamento all’A.D. dott. Sala perché nell’audizione in diverse commissioni ha garantito una corretta informazione sullo stato dell’arte e  con l’auspicio che affermavo all’inizio e cioè che nessuno remi contro Expo perché, comunque la si pensi, per il mondo che ci osserva sarà la vetrina del nostro Paese e noi vogliamo che l’Italia faccia bella figura e quando gioca l’Italia noi facciamo il tifo per l’Italia.
Però con altrettanta convinzione affermiamo che per riuscire a recuperare il tempo e il terreno perduto bisogna cambiare passo e Regione Lombardia ha più responsabilità di altri in questa decisione.

Carlo Spreafico
consigliere regionale PD Lombardia
Milano, 17 luglio 2012

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