Passi avanti sulla riforma del lavoro: evitati gli abusi, aumentate le tutele

La riforma del mercato del lavoro è arrivata questa settimana all'esame dell'aula del Senato e c'è da essere soddisfatti. Il lavoro della Commissione è stato molto costruttivo e ha perfezionato e migliorato il testo iniziale del governo. Inoltre il consenso tanto vasto in una materia così tradizionalmente conflittuale è un dato eccezionalmente positivo, soprattutto in un momento di grande tensione sociale come è l'attuale.
E' una riforma equilibrata che tiene conto di posizioni diverse e che porta il mercato del lavoro italiano più vicino alle migliori pratiche europee. Sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori si è confermata la validità del buon compromesso raggiunto tra governo, partiti e parti sociali. È stata poi valorizzata la flessibilità 'buona', prevedendo strumenti che evitino gli abusi e misure per regolarla al meglio anche con il rinvio alle parti sociali. Si è attribuito un ruolo centrale all'apprendistato, nella convinzione che esso debba diventare la via principale per l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, assorbendo molte delle eccessive forme precarizzanti.
La parte della riforma che riguarda gli ammortizzatori sociali, realizza un parziale progresso verso l'estensione delle tutele. Ma essa presenta ancora un limite, soprattutto per quel che riguarda le protezioni dei lavoratori precari. Purtroppo, a causa della carenza di risorse, in questa fase non è stato possibile estendere gli ammortizzatori come avremmo voluto. Ma, su questo punto, il Pd tornerà al più presto per ulteriori integrazioni. In Commissione sono state poi introdotte rilevanti innovazioni per promuovere forme di partecipazione dei lavoratori all'impresa e di democrazia economica, secondo le direttive europee.
Sono innovazioni che favoriranno relazioni di lavoro più partecipative e più produttive. Il che è necessario per rilanciare la nostra competitività e il valore del lavoro.

Tiziano Treu
 

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