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Visualizzazione dei post da novembre 27, 2011

Ma dove stavano tutti questi bravi?

Adesso che la nomina dei sottosegretari ha completato (fatte salve tutte le possibili critiche e riserve) la squadra di governo più competente, esperta e affidabile della storia recente, diventa inevitabile farsi qualche domanda antipatica sul tema. Intanto c’è il fatto che in queste settimane l’Italia sta scoprendo di avere gente in gamba disposta a prendersi una bella gatta da pelare, e questo riabilita in parte un establishment nazionale di cui si è usi parlare malissimo, dimenticando che nessun paese moderno può funzionare per un solo giorno senza avere un ceto trasversale di comando che a livello pubblico e privato governa, amministra, pianifica, prende decisioni, le trasmette e le applica, si assume responsabilità. C’è poi da dire che il tema della momentanea separazione, o meglio inversione di ruoli, fra tecnica e politica, può apparire sotto un’altra luce. Conosciamo quasi tutti i sottosegretari nominati ieri. Ebbene nessuno di loro scende da Marte, q

L'EUROPA POLITICA: IL NOSTRO FUTURO

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Vi ricordo con questo messaggio finale la serata del 2 Dicembre a Olgiate Molgora, alle 20,45 in sala Civica, via Sommi Picenardi. Quando abbiamo avviato questo ciclo di iniziative, la prima l’11 novembre con il prof. Paoletti e l’eurodeputato Antonio Panzeri, sempre a Olgiate, e la seconda, la prossima, il 2 dicembre, non avevamo idea dell’estrema attualità del tema. Una terza serata sarà il 27 Gennaio a Lecco con l’on. Patrizia Toja. Oggi stiamo vivendo con grande ansia il rapporto con l’Europa e quindi ascoltare e interrogare protagonisti della vicenda, almeno sul fronte Italiano, come l’on. Lino Duilio della Commissione Bilancio della Camera, diventa di ancora maggiore importanza. ( www.linoduilio.it ) Abbiamo il dovere, verso di noi e verso chi ci sta intorno, di essere informati in maniera lucida e seria, non demagogica nè propagandistica, su quanto è avvenuto in questi ultimi mesi, su quali siano state le cause di lunga data, quali i possibili scenari, quali

Tangenti, arrestato Cristiani (Pdl) vicepresidente della Lombardia

Il vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia, il 68enne bresciano Franco Nicoli Cristiani (Pdl), è stato arrestato all'alba dai carabinieri di Brescia. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip Bonamartini nell'ambito di un'inchiesta per una presunta tangente da 100 mila euro. La tangente trovata in casa Quando i carabinieri, questa mattina, hanno perquisito l'abitazione del vicepresidente del consiglio regionale lombardo, Franco Nicoli Cristiani, hanno trovato due buste che, in pezzi da 500 euro, contenevano un totale di 100mila euro che, secondo le indagini, avrebbe ricevuto nel settembre scorso dall'imprenditore Pierluca Locatelli, per agevolare l'iter di autorizzazione della discarica di Cappella Cantone, nel cremonese. Le banconote, che nel corso delle conversazioni intercettate erano chiamate 'Big Babol', sono state portate a casa di Nicoli Cristiani dall'imprenditore insieme con la moglie ch

Flexsecurity, ecco la nostra ricetta

Caro direttore, le chiediamo spazio per tentare di chiarire la posizione del Pd sul tema dei cosiddetti “licenziamenti facili” riproposto da ultimo nella lettera del premier Berlusconi al vertice europeo della settimana scorsa. La riforma del welfare per riconoscere piena cittadinanza sociale a tutte le tipologie di rapporti di lavoro è tra le priorità di tutti, nel Pd. In particolare, è tra le nostre priorità la promozione di lavoro stabile e dignitoso per tutti e la riforma delle indennità di disoccupazione al fine di coprire anche i lavoratori e le lavoratrici flessibili. Tali innovazioni impongono, nelle proposte di legge in campo, un significativo aumento del costo del lavoro per le imprese: da 3 miliardi di euro all’anno a salire, a seconda dell’importo del benefit, delle attività di outplacement e formazione e della “congiuntura”. Le imprese, come è inevitabile, si oppongono. E, non a caso, nel loro “Manifesto per l’Italia” non fanno alcun riferimento alle regole per i lice

PENSIONI, SIGNIFICA PARLARE DI UN PROBLEMA CHE RIGUARDA LE PERSONE IN CARNE ED OSSA.

Dai media e dalla chiacchiera politica si tenta di accreditare questo teorema: in Italia la crisi economico-finanziaria è dovuta anche alle questioni irrisolte del sistema pensionistico, quindi, per uscirne il governo Monti deve riformarne sostanzialmente l'assetto (per l'ennesima volta). C'è chi (parliamo del PdL) pensa sia il modo più veloce e incisivo per fare cassa e quanti, come la Lega, che strepita, "giù le mani dalle pensioni", quando con il loro voto hanno contribuito ad approvare leggi che sono state una vera mazzata per i lavoratori, soprattutto per le donne, costrette a pagare un prezzo pesantissimo in termini di taglio dei servizi e di aumenti delle tariffe! Per quanti l'avessero scordato rammento che uno di questi ultimi provvedimenti costringe lavoratori e lavoratrici, soprattutto se nel settore privato e addetti a lavori manuali non qualificati, a rimanere al lavoro ulteriori 15 mesi dopo 40 anni di lavoro. E' stato un atto che ritengo in

GOVERNO: BERSANI "SIAMO PRONTI, NON ABBIAMO PAURA DI ANDARE AL VOTO"

"Questo governo ci ha precipitati nel discredito, nell'umiliazione, nella totale mancanza di credibilita'". Cosi' il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervistato da "l'Unita'". Per il leaer dei democratici "ora, su spinta dell'opposizione e per vie parlamentari, siamo arrivati a una svolta. Sono soddisfatto, ma ora c'e' l'esigenza di accorciare i tempi per l'approvazione della legge di stabilita' e per le dimissioni. Abbiamo dato la nostra disponibilita' ad ogni forma di accelerazione, anche se nel merito continueremo ad opporci". Sulle possibilita' per un nuovo governo dice: "non ho la sfera di cristallo, quello che pero' posso dire e' che noi siamo pronti a fare la nostra parte a sostegno di un governo di transizione che abbia la necessaria credibilita' sul piano internazionale per attuare misure eque e far fronte a un'emergenza conclamata". Ma chiarisce che "la nos

Bersani: Per noi eguaglianza è sinonimo di sviluppo

Il Segretario del Partito Democratico chiude la Conferenza nazionale per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa . “Bisogna fare presto, ma lasciatelo dire a noi! Sono tre anni che ne parliamo. Sembra che qualcuno abbia vissuto in un sonno totale dove non è mai suonata la sveglia” “Con oggi ci mettiamo alla pari del mondo delle Pmi: questa manifestazione è una risposta a quelli che pensano che il PD si ponga in una posizione al di sopra. Invece è proprio da qui a Monza che parte una ricerca comune per vedere cosa si può fare per il bene di questo Paese”. Così il segretario Pier Luigi Bersani ha introdotto il suo intervento alla Conferenza nazionale del PD per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa . “Non c'è nessuna stagione di scambio politico, nessun favore alle imprese in cambio di qualche voto. Anzi rispondiamo a quelli che dicono che abbiamo rinunciato alla vittoria elettorale: lo abbiamo fatto per il bene del Paese, perché per noi l'Italia è

La battaglia Europeista

I primi passi del governo non sono stati veloci. La filosofia di Mario Monti - questo il premier ha spiegato ai suoi ministri - è raccontare dopo aver realizzato. Versione opposta della «politica del fare» berlusconiana. Certo, sulla nomina dei viceministri e dei sottosegretari sarebbe stato opportuno evitare la confusione e il ritardo. Oggi tuttavia è la lentezza, anzi l’irrisolutezza, dell’Europa la frontiera della crisi che minaccia la moneta unica e la stabilità sociale nel Vecchio Continente. Berlusconi è stato un motivo di umiliazione per l’Italia e un moltiplicatore del pericolo sui mercati, misurabile, ahinoi!, con una aliquota aggiuntiva sui tassi di interesse. Ma ora che Berlusconi si è dimesso, l’Italia e l’intera Europa sono di fronte alla dura realtà, senza più alibi. O l’Europa è capace di fare rapidamente un salto verso un rafforzamento delle proprie istituzioni, verso politiche economiche e fiscali comuni, verso progetti integrati di crescita, oppure non re

I tunnel da evitare

Olli Rehn ieri ha detto: «Mi piace pensare che sia don Camillo che Peppone sosterrebbero oggi il governo Monti». Già, sarebbe utile un vero clima di unità nazionale. Ma fra i partiti che appoggiano il governo Monti non è scontato che ci sia quella complicità di fondo che era alla base del rapporto fra i due eroi guareschiani e forse nemmeno quella tensione, dettata dalla doppia emergenza terrorismo-crisi economica, che era alla base dei governi di solidarietà nazionale della metà degli anni Settanta. Allora Dc e Pci erano d’accordo nel far nascere i governi Andreotti; oggi Alfano, Bersani e Casini “vivono” Monti in maniera completamente diversa (sta qui la radice vera nella difficile comunicazione fra i tre). Questo non è propriamente un governo di unità nazionale né una Grosse koalition. Il che peraltro non esclude che i tre leader adattino i loro comportamenti ad una realtà del tutto diversa da quella precedente. Basta saperlo. Altrimenti per forza la metafor