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Visualizzazione dei post da luglio 3, 2011

Ma i tagli ci fanno perdere le elezioni!

Nel quartier generale del Pdl: «Allora, è semplice, ve lo spiego io che voi di economia non capite un accidenti. Prima sale sulla barca il cavolo, ok? E la pecora e il lupo aspettano a riva». «Ma così il lupo mangia la pecora». «Allora sale sulla barca il lupo e...». «...noi lo rimandiamo al suo paese». «Calderoli, non mi distrarre che sto scrivendo la manovra». «Ma se lasci a riva la pecora e il cavolo la pecora si mangia il cavolo». «Sacconi, voi sindacalisti non cambiete mai. Allora taglio il cavolo e...». «No! I tagli ci fanno perdere le elezioni!». «Ma come faccio a ottenere il pareggio di bilancio senza tagliare?!». «Sei tu il ministro». «Ma è impossibile! Guardate che se non tagliamo diventiamo come la Grecia! Oggi in Consiglio dei ministri ho visto che c'era già uno di Creta: un cretino». «Giulio, i tagli ci rendono impopolari, sono pronti allo sciopero il pubblico impiego, i trasporti, le compagnie aeree...». «Accidenti, vuoi dire che non potranno più volare

Quando le leggi "ad Italiam"?

Non si fa in tempo ad abituarsi a una "porcata" che subito ne arriva una nuova, ancora più brutta e ancora più dirompente. Mettere nella manovra finanziaria quel piccolo ignobile lodo che consente a Berlusconi di non pagare i 750 milioni di euro che deve a Debenedetti sulla base della sentenza di primo grado del processo Lodo Mondadori è un fatto che va al di là di ogni immaginazione. Lo vediamo il ministro-segretario Angelino Alfano che, mentre studia come costruire il "partito degli onesti", nottetempo spulcia i codicilli per trovare il giusto escamotage. E si era pure offeso quando avevamo detto, noi de l'Unità, che era un "segretario particolare" del Grande Capo... Da non crederci! Tutto questo è ancora più insopportabile perché nella stessa manovra ci sono per gli italiani ben altre sorprese: il taglio alle pensioni, il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, il ticket per la sanità, la scure sui Comuni con conseguente taglio dei

IL BALLETTO DEI NUMERI

ADESSO TREMONTI CI DICE CHE, DOPO CONDONI E PATRIMONIALI, DEVE FARE ALTRI 15 MILIARDI DI TAGLI ALL’ASSISTENZA Finalmente ci sono numeri e misure, nero su bianco. Sulle cifre della manovra c’è molta confusione e molti numeri in libertà. Forse è bene fare un po’ di chiarezza. Primo punto: il decreto legge del governo porta a un taglio drammatico di spese e servizi e ad un aumento di tasse per un importo che, a regime, ammonterà a 25 miliardi di euro. Dato che questa cifra non basta a raggiungere il pareggio di bilancio promesso das Tremonti e da Berlusconi all’Europa, il ministro dell’Economia ha presentato un disegno di legge delega (cioè chiede una delega per fare alcune cose) formalmente per fare la riforma del fisco, ma nella sostanza, come ha spiegato ieri lo stesso Tremonti, questo provvedimento servirà a tagliare 15 miliardi di euro a regime di assistenza. Tremonti è stato chiaro: o si trova l’accordo sui provvedimenti da prendere, oppure scatterà una taglio con un taglio secco, l

PROVINCE. LA POSIZIONE DEL PD (2)

“Non è cancellando una parola che si risolve il problema del costo della politica. Non lo si fa con le scorciatoie facili e furbe a cui in queste ore, da tante parti politiche, si vuole fare ricorso. Aboliamo le province, certamente, frase ad effetto ma che non porta da nessuna parte se non si indica un percorso preciso su come superare l’attuale assetto. Il massimalismo verbale o nella sua variante contemporanea il riformismo pret a porter, si alimenta con simili forme di pressapochismo ad uso mediatico. Abbiamo un esempio eclatante sotto gli occhi: il federalismo, nelle sue declinazioni municipale e fiscale. Poteva essere una riforma straordinaria per efficacia ed efficienza. Quello voluto dal centrodestra è invece un guazzabuglio indigeribile che provoca danni e nessun beneficio, prodotto di un insieme di interventi disorganici che, per tale motivo ,anziché armonizzarsi in una coerente ristrutturazione dell’impianto istituzionale, producono continui cortocircuiti. E’ evidente che le

PROVINCE. LA POSIZIONE DEL PD

Ieri alla Camera era in discussione una proposta di modifica della Costituzione per abolire la parola Province. Sostenitori Idv e Udc. Contrari Pdl e Lega. Il gruppo parlamentare del Pd, dopo una lunga discussione che ha occupato l’intera mattinata e in cui numerosi erano anche i favorevoli al voto positivo , ha deciso per l’astensione. La ragione di questa posizione l’hanno spiegata il presidente del gruppo alla Camera, Dario Franceschini, durante il dibattito, il segretario Bersani in alcune dichiarazioni successive e il presidente Rosy Bindi in Tv. In pratica, hanno spiegato i dirigenti del Pd, togliere la parole non serve a ridurre nulla, ma solo a piantare una bandierina di fronte a Tv e opinione pubblica, perché poi restano tutti i problemi di dove e come trasferire compiti, dipendenti, poteri, patrimoni. Il Pd ha presentato una sua proposta organica per la riduzione delle province, per la creazione di province metropolitane, per la ridislocazione di funzioni e compiti in modo da

BERLUSCONI RITIRA LA NORMA SALVA FININVEST

BERLUSCONI RITIRA LA NORMA SALVA FININVEST, MA RESTA IL TENTATIVO DI SCARICARE PER DECRETO E SENZA DIBATTITO IL GROSSO DEL RISANAMENTO SULLA PROSSIMA LEGISLATURA. Il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, ha espresso ieri tutta la contrarietà del partito nei confronti dei contenuti della manovra economica proposta dal centrodestra. Il particolare della norma salva-fininvest ne rappresentava significativamente il senso: “Problemi per gli italiani e soluzioni per il premier”. Ma al di là della scandalosa norma e della contrarietà ai contenuti specifici della manovra vi è anche un altro dato di fondo negativo e, dal punto di vista della democrazia, pesantissimo: con lo strumento del decreto legge (che dovrebbe essere usato solo in caso di necessità ed urgenza) il governo di oggi di fatto obbliga i governi che verranno nel 2013 e 2014 a fare manovre drammatiche. Basti pensare ai tagli dolorosi che già sono previsti per quest’anno e per quello a venire e riflettere sul fatto che p

Dal 4 luglio Youdem è sul canale 808 della piattaforma Sky

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Youdem, la televisione del Partito democratico, passa da oggi sul canale 808 del la piattaforma Sky. Il passaggio dal canale 813 al canale 808 è legato alla riorganizzazione per categorie tematiche decisa da Sky. Il palinsesto e i contenuti di Youdem non subiranno variazioni e i programmi della televisione satellitare del Pd restano visibili anche in streaming sul sito www.youdem.tv

MANOVRA, UNA SOLUZIONE PER IL PRESIDENTE UN PROBLEMA PER IL PAESE: INIQUA E SENZA SOSTEGNO ALLA CRESCITA E AL LAVORO.

Tagli agli enti locali, tagli alle pensioni, ticket sanitari. La manovra economica del governo rinvia a dopo le ormai prevedibili elezioni politiche e dunque sulle spalle del prossimo governo il grosso dei sacrifici (20 miliardi nel 2013 e altri 20 miliardi di euro nel 2014). Ma intanto pesta con pesantezza sui percettori di redditi bassi e medi, riserva ancora un trattamento di favore ai trasgressori delle quote latte, non fa nulla per la crescita dell’economia e per sostenere il lavoro e lascia aperte le porte ai sogni su una futuribile riforma fiscale che da come si presenta favorirà i più abbienti (la revisione delle aliquote Irpef per come viene presentata finirebbe per favorire ben poco i meno abbienti e moltissimo i contribuenti più ricchi). Ieri il testo definitivo è stato presentato al Quirinale. Oggi Tremonti, Sacconi e Brunetta lo illustreranno in una conferenza stampa. Per fortuna alla fine è risultato che non sono stati tagliati gli incentivi alle energie rinnovabili: la L

UNA MANOVRA CHE IPOTECA IL FUTURO E FA PAGARE AI GIOVANI E AL SOCIALE

Giovani, statali, servizi, tagli: ecco cosa prevede la manovra (link esterno) Un decreto legge e GIA' PENSA ALLA FIDUCIA. La gravità della situazione economica e gli impegni assunti in sede europea dal governo e ecco presentare un mostro giuridico, una raccolta di norme di carattere ordinamentale, disomogenee e incoerenti, di cui è impossibile cogliere la necessità e l’urgenza, in contrasto o inutili rispetto alle finalità di “stabilizzazione finanziaria” della manovra e in palese violazione con quanto più volte ribadito in sentenze, anche recenti, della Corte Costituzionale (vedi sentenza n. 171 del 2007). Il passaggio parlamentare ancora una volta sarà vanificato, dalla accelerazione che subirà il decreto legge in sede di conversione, per effetto dei probabili voti di fiducia, considerato il calendario dei lavori delle Camere e la debolezza politica e numerica della maggioranza. Il Partito Democratico è disponibile ad un confronto parlamentare sulle misure necess