Che cosa dice, sugli italiani, la tolleranza nei confronti dell’edonismo di Silvio Berlusconi?
A chiederselo è il sito del New York Times, nell’ambito di un dibattito dal titolo Decadenza e democrazia in Italia. A parte il termine "edonismo", piuttosto improprio, nella sua eleganza, per indicare una vicenda di lenocinio, la domanda non solo è pertinente, ma anche più interessante di quelle relative ai dettagli (spesso definiti "piccanti": in realtà semplicemente disgustosi) del cosiddetto "Rubygate". Accanto alle quotidiane menzogne, infatti, il presidente del Consiglio (e del Milan; e di molto altro) ripete una verità: che egli è stato regolarmente eletto e che, a quanto pare, una consistente componente dell’opinione pubblica ritiene che il suo comportamento non sia incompatibile con la carica che egli ricopre. Di più: negli ultimi sedici anni, sia dal governo, sia dall’opposizione, egli è stato l’indiscusso protagonista della vita politica del Paese, determinandola con una costanza e un’intensità probabilmente uniche nella storia della Repubblica.