Un mercato del lavoro pieno di mine

Si avvicina il momento di dare corpo all’impegno assunto da tutti i partiti ad appoggiare Monti nella sua ricetta per l’Italia. Ognuno dovrà mandare giù qualche boccone amaro e la cosa, oltre si spera a essere utile per definire un equilibrato pacchetto di interventi d’emergenza, sarà importante anche per dare una bella picconata alla demagogia che ci ha accompagnato in tutti gli ultimi anni.
È una soddisfazione amara vedere il Pdl acconsentire senza troppe storie alla ritorno dell’Ici: è ancora fresca la memoria di quel duello televisivo con Prodi, nel 2006, quando col sorriso di chi sa che la sta sparando grossa Berlusconi piazzò il colpo a sorpresa, l’ultimo della campagna elettorale della rimonta che amputò la vittoria dell’Unione. «Avete capito bene, toglierò l’Ici», ghignò il Cavaliere. Vanamente il centrosinistra rispose che sarebbe stata una misura folle: inutile per la crescita, deleteria per i conti.
S’è visto chi avesse ragione. Oggi si torna indietro (e certo non è una bella notizia, pur sempre la reintroduzione di una tassa) e possiamo sperare che per un bel po’ nessuno azzardi più simili giocate di poker sulla pelle del paese.
Siccome saranno comunque obbligati a farlo – dalla crisi, dalle circostanze, dal professor Monti – tutti tolgono e ricollocano i propri paletti. Ieri Bersani ha invitato a «non drammatizzare sull’articolo 18» se non altro perché «nel 95 per cento delle aziende non si applica». Che è una giusta osservazione, oltre che il principale argomento di Pietro Ichino quando chiede al Pd maggiore pragmatismo nell’affrontare i nodi del mercato del lavoro.
Questo sarà il principale terreno minato per il Pd, uscito dal turbine dell’appoggio a Monti con l’obbligo (e la convenienza, a leggere i sondaggi) di compiere scelte difficili. Da Sacconi non cessano le provocazioni e il continuo tirare la corda da parte di Marchionne non aiuta a bonificare il campo di discussione, sul quale la Fiom spara da par suo (quello della Fiat sarebbe «fascismo aziendalistico»). La capacità democratica di fare politica e fare mediazione ad alto livello sarà presto messa a dura prova.

Stefano Menichini
da Europa

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