La lettera scarlatta della Bce e il figlio di Sacconi

A Cesare quel che è di Maurizio. Il ministro del Welfare aveva giurato su suo figlio: ''Giuro su mio figlio che ho letto nella lettera della Bce le cose che mi hanno indotto a presentare certe norme''. Resa nota dal Corriere della Sera la missiva firmata Trichet e Draghi dà parzialmente ragione al ministro. Ci sono scritte cose molto pesanti in pieno stile neo-liberista. Chi credeva che Draghi non le pensasse, evidentemente, si sbagliava.
Su due cose, e sono cose molto grandi, però Sacconi non ha seguito il testo della Bce.
Il punto toccato per primo è quello della crescita e qua neanche Sacconi ha messo niente in manovra.
Secondo, la lettera dà grande importanza all'accordo del 28 giugno fra sindacati e Confindustria, ma non accenna per niente agli accordi Fiat. Il regalo fatto a Marchionne è gratutito e non richiesto da Francoforte. Su questo il ministro ha spudoratamente mentito.

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