Post

Visualizzazione dei post da agosto 29, 2010

Le parole e le cose

È abbastanza strano, per un governo che si spaccia per paladino dell'ordine e della sicurezza dei cittadini (e che su questi bisogni ha seminato paura e fatto propaganda elettorale, con successo) vedersi accolto all'ingresso di una delle più importanti vetrine internazionali e culturali del paese da una salva di fischi e dalle sagome - disseminate dal sindacato di polizia nella Venezia del Festival del cinema - di poliziotti di cartone accoltellati a sangue dai tagli di governo. Strano, per così dire: la polizia è difficile che metta in scena proteste tanto clamorose. I fischi erano per Gianni Letta, come già accaduto all'Aquila. Il braccio destro e nume tutelare di Berlusconi, assente quando non si tratta di un circo equestre o di un palasport da lui organizzato, ha raccolto la significativa manifestazione di disistima che il premier, previdente, ha evitato. Si dirà, diranno: il mondo della cultura è di sinistra, tutti comunisti da Quentin Tarantino ai cineasti iraniani. S

Scuola: riforma epocale? Effettivamente nessun Ministro aveva mai osato tagliare tanto

Dichiarazione del capogruppo Pd in Commissione Istruzione al Senato, Antonio Rusconi Sono d'accordo su una unica frase del Ministro Gelmini: quando parla di riforma epocale. Infatti, nessun Ministro della Repubblica aveva mai osato tagliare 8 miliardi e mezzo, vale a dire più del 20 per cento delle risorse della scuola italiana. Il problema vero è che le famiglie italiane non credono più alla mera propaganda del Ministro: nelle scuole elementari sono venute meno le compresenze e gli insegnanti di lingua straniera, nella scuola superiore sono usciti i quadri orari e quattro mesi dopo i programmi, rivelando che l'unico obiettivo erano i tagli delle risorse, nessun giovane meritevole avrà, in questi anni, l'opportunità di entrare nella scuola italiana. Il problema dei precari è che avevano da anni incarichi annuali e un lavoro sicuro e che, con il programma triennale della Finanziaria 2007, sarebbero entrati in ruolo entro il 2010. Invece, con la legge 133, ovvero una legge Fi

Missionari e immigrati: "Non possiamo tacere"

La Conferenza degli Istituti Missionari Italiani (CIMI) e la Commissione di Giustizia, Pace e Integrità del Creato della CIMI il 30 giugno scorso hanno diffuso una severa Nota dal titolo: «Missionari/e e immigrati: non possiamo tacere». “Oggi la forma di povertà più vistosa e drammatica in Italia- ha scritto il coraggioso vescovo emerito di Caserta, R. Nogaro - è quella degli immigrati e dei rom. In nome di una fantomatica ‘sicurezza sociale’ si sta costruendo, soprattutto nel nostro paese, la fabbrica della paura verso tutto ciò che può ledere la tranquillità del cittadino. Per questa prospettiva inquietante l’incriminato di dovere è l’immigrato ed è il rom, considerati quasi naturalmente soggetti di reato”. In poche lapidarie parole Mons. Nogaro, che ben conosce i problemi degli immigrati di Caserta e di Castelvolturno, ci ha messo davanti agli occhi il dramma di questi fratelli e sorelle immigrati nel nostro paese. Viviamo nell'epoca della più grande mobilità della storia con

Il leghista recordman dell'auto blu

Il politico friulano ha poi rinunciato chiedendo però 3.200 euro di rimborso al mese C'era da andare a prendere i parenti della moglie all'aeroporto? «Autista: la macchina!». Voleva vedere la partita di calcio Padania-Tibet? «Autista: la macchina!». Era invitato a pranzo dei suoceri? «Autista: la macchina!». Finché tutti questi viaggi poco istituzionali sono finiti in un dossier. Sul quale c'è un'inchiesta della Corte dei conti. Protagonista: il presidente del consiglio regionale del Friuli, Edouard Ballaman. Della Lega Nord. Il partito che era nato tuonando contro le auto blu. La dettagliatissima ricostruzione dell'uso disinvolto dell'auto di servizio da parte dell'alto esponente del Carroccio, già deputato per tre legislature e questore della Camera, è stata pubblicata dal Messaggero Veneto. Dove Anna Buttazzoni ha rivelato un elenco sconcertante di una settantina di «missioni» dure da spacciare come dovute a obblighi d'ufficio. Frequenti trasferte a C

I prof tedeschi al primo incarico guadagano il doppio di quelli italiani dopovent'anni

Non parlo di noi che prima o poi saremo costrette a fare lo sciopero della fame per difendere il posto di lavoro, parlo delle colleghe che hanno 20 anni di insegnamento e non arrivano a 1.400 euro al mese. Nei giorni di mare ho incontrato una simpatica insegnante di Amburgo, quasi 30 anni con tre anni di anzianità. Il suo stipendio è ancora da “principiante”, non so se si possa tradurre così: 2.450 euro al mese. Ma a cominciare dal corso che sta per aprirsi, il primo scatto di carriera la porterà a 2.790 euro e quando festeggerà i 20 anni di cattedra sarà ben sopra i 3.500. Un sogno per le abitudini alle quali ci costringono. Credo che la differenza tra Italia e Germania sia questa. La classe dirigente tedesca crede nella formazione delle nuove generazioni. Investe nella scuola non solo dal punto di vista tecnico ed umanistico soprattutto nella prospettiva del creare generazioni di cittadini preparati ad affrontare i problemi di ogni società consapevoli dei ruoli che ricopriranno con r

Lavoro: la finzione che ci mostrano e la realtà degli operai

Immagine
Riceviamo e pubblichiamo dalla Rsu della Fomas. Per ingrandire il manifesto basta cliccare direttamente sull'immagine. Pd Merate

E' tempo di Festa democratica

Comincia giovedì, il 2 settembre, la Festa democratica provinciale di Lecco e Monza - Brianza. Per visualizzare il programma completo basta cliccare qui...>> . E' importante partecipare non solo ai momenti di svago ma anche ai dibattiti e agli approfondimenti. Pd Merate

La Padania non esiste, l'Italia forse sì

Se la Padania non esiste (e non esiste) perché la Lega ha consenso? E se il Regno del Sud ha cessato di esistere con Garibaldi perché (di fatto) è vivo e vegeto suddiviso in quattro mandamenti mafiosi (camorra, sacra corona unita, 'ndrangheta e cosa nostra) che comandano più di quanto abbiano mai fatto sia i Borboni che la Repubblica Italiana? Se il Vaticano fu spossessato nel Risorgimento del Centro Italia, dalla Romagna alle Marche, perché ha decine, forse centinaia, di parlamentari ai suoi ordini? Il Trentino, l'Alto Adige, la Valle d'Aosta, il Friuli sono mondi a parte. In Veneto c'è chi preferisce sposare un extracomunitario che un "italiano", un valdostano chiama ancora oggi "giapunès" i veneti immigrati in Valle durante il fascismo. L'Italia non ha mai fatto la pace con sè stessa, non si è mai rassegnata a un'unificazione voluta da una élite e dall'appetito di Casa Savoia, la famiglia reale più indebitata d'Europa. Loro, i lo

Il Paese di mezzo

Questo non è un Paese per giovani. Però anche i vecchi non stanno tanto bene . Dei giovani si parla come se fossero angeli vendicatori: è loro l’incarico di fare piazza pulita, dissolvere la cortina di noia che grava su tutti noi.Spaventati da tanta responsabilità, si danno alla macchia ( tutti meno Matteo Renzi, sindaco di Firenze).Così i vecchi, che dovrebbero scansarsi con gioia, lieti di scomparire dal pianeta, restano dove sono. Del resto:i giovani non sono veri giovani, perchè hanno per lo più 40 anni (tutti meno Matteo Renzi, che ne ha 35). E i vecchi non sono veri vecchi, perché ne hanno 57 o 61. I vecchi veri, vengono rispettati come icone del passato, che è un tempo meno criticato del presente. Ma i nostri leaders preferiti restano i morti, che non sono più in condizione di parlare né di sbagliare. E neanche di non dimettersi. Lidia Ravera

Como, Dell'Utri contestato lascia il palco del Parolaio

Il senatore Marcello Dell'Utri ha subito ieri pomeriggio una pesante contestazione alla manifestazione culturale Parolario in corso di svolgimento a Como che gli ha impedito di presentare in anteprima nazionale i diari di Benito Mussolini che sono in suo possesso. L'incontro non ha avuto neppure inizio in quanto all'arrivo del senatore alla manifestazione un centinaio di persone ha immediatamente iniziato a protestare gridando slogan e Marcello Dell'Utri si è quindi allontanato dagli stand allestiti in centro città. La partecipazione del senatore alla manifestazione era stata nei giorni scorsi criticata dagli esponenti della sinistra di Como. Da L'Unità

Gheddafi Islam Show:

Il leader fa lezione di Corano nella capitale della cristianità e inneggia all'Europa islamica. Ma dove sono finiti gli anti-islamisti? Gheddafi giunge in Italia, su invito del nostro Governo, per festeggiare il Trattato di amicizia tra Italia e Libia. Per l’occasione convoca 500 hostess, fa lezione sul profeta Maometto "ultimo profeta", regala a tutte un Corano e inneggia all’ "Islam sola religione d’Europa". Abbiamo anche inaugurato un genere inedito: quello della velina coranica. Questa specie di spottone filo-musulmano è andato in scena nella Roma della cristianità senza che uno solo degli anti-islamisti in servizio permanente effettivo in Italia osasse esprimere un solo “beh”. Dove sono finiti i leghisti che girano sui terreni delle moschee col porcello al guinzaglio? E i ministri e sottosegretari difensori della cattolicità, contrari all’ingresso della Turchia nell’Unione? Che fine hanno fatto gli studiosi coranici della domenica che leggendo (oibò) della

Ora lo so: la passata è la risposta

Rossa, nutriente, autentica. Utile, umile, facile. Versatile, indispensabile. Allegra, persino. La passata di pomodoro è un testimonial naturale della sinistra, e le zie lo sanno bene. Infatti in questi giorni ne preparano migliaia di bottiglie destinate a tutto il parentado, allargato al rione, agli amici e ai simpatizzanti. Si comincia dalle primarie più severe: la scelta del pomodoro, come tutti sanno, è determinante. "Né troppo duro né troppo acquoso e insipido, né Fassino né Bersani" dice zia Mariella girando per il mercato con l'occhio sapiente: "Né troppo pieno di semi né troppo molle, né Veltroni né Franceschini". E' modesto, il pomodoro, squillante ma ritroso, orgoglioso a suo modo ma senza nessuna spocchia: "Né D'Alema" conclude la zia mangiando a mozzicate i pomodori crudi davanti alle bancarelle, col diritto d'assaggio e prova degli elettori consapevoli. Anche perché una scelta sbagliata ti frega tutta una stagione: senza la pas

Gheddafi fa il missionario dell’Islam profanando il Corano tra belle escort e affari

Ciò che mi scandalizza non è tanto lo show pittoresco di Gheddafi, che del resto rientra nel suo stile dittatoriale, anche se mi chiedo se simili grotteschi personaggi siano compatibili con una democrazia moderna. Ma in Italia sì, visto che la democrazia è ormai fatta a pezzi da politici che vorrebbero sempre più rassomigliare al fantoccio libico. Forse il loro cruccio è di non esserlo abbastanza. Mi scandalizza invece che gli italiani subiscano nell’indifferenza simili pagliacciate. E soprattutto mi meraviglia che la Lega che aspetta ogni opportunità per sparare sull’Islam tenga un atteggiamento di assoluto silenzio. Almeno finora. Vedremo se qualcuno avrà il coraggio di contestare il comportamento di Gheddafi. Penso di no, conoscendo la codardìa dei Capi leghisti e la coglioneria dei leghisti. Hanno troppo interesse a tacere. Cioè hanno interessi da salvare. Infine mi meraviglio che gli stessi islamici non se la prendano con questo strano e opportunista missionario dell’Islam che si

La crociata islamica di Gheddafi e il silenzio della Lega Nord

«L'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta Europa». Lo ha detto Muammar Gheddafi davanti a 500 ragazze selezionate da un’agenzia per partecipare a una lezione sul Corano. Ma quelli della Lega Nord, che imbrattano con feci di porco i terreni dove potrebbero sorgere mosche (clicca sui testi in grassetto per leggere i riferimenti ) per renderli impuri ai musulmani, tutti zitti. Si sa il dittatore libico, pardon, il colonnello come lo indicano tutti i leccaculo compiacenti dei tiggi di regime, è un amico personale del padrone Silvio Berlusconi. Poco importa se la maggior parte dei clandestini che sbarcano sulle coste italiane partono proprio dalla Libia. Meglio prendersela con il Cardinale di Milano quando spende parole e opere a favore degli immigrati non importa se regolari o no e della loro fede perché i poveri sono poveri e basta lui sì veramente coerente con il Vangelo di Cristo. Meglio limitarsi a qualche ordinanza sui crocifissi negli edifici pubblici. Meglio spendere

Il ruolo dei cattolici e dei moderati nel Pd: una discussione aperta e necessaria

Immagine
(Clicca sull'immagine per leggere la locandina) Vi sono alcune considerazioni che appartengono prima alla logica che alla politica: negli ultimi mesi di fronte alla crisi irreversibile di Berlusconi e del suo Governo, con un calo dei consensi fino al 10%, la cifra di elettorato che guarda con fiducia al Partito Democratico non si è spostata, anzi tiene la quota delle Europee con qualche difficoltà. La gente è delusa, vede chiaramente il fallimento politico e etico dell’attuale maggioranza, la sua incapacità di affrontare le questioni cruciali e più urgenti del Paese, dilaniandosi in una campagna di accuse e veleni senza precedenti e senza vergogna, ma alla domanda di politica seria che esiste nel nostro Paese e in Lombardia in particolare, il PD non è in grado di proporre un’offerta condivisa e credibile. La proposta allora, all’interno della Festa democratica provinciale di Osnago, di riscoprire il ruolo del popolarismo e dei moderati nel PD, sabato 4 settembre alle 10, con la pre

Quei tre di Melfi

Noi italiani presi come siamo dal costante stato di emergenza in cui ci costringe il Caimano con il suo ottimismo di plastica, con il vittimismo del fotti e chiagni e con la virtualizzazione della verità sociale in un teatrino volgare di proclami e contro proclami, fatichiamo ad alzare lo sguardo oltre il nostro naso. Il nostro orizzonte è il muro di cinta della tv con il suo baluginio convulso ed insignificante. La realtà irreale in cui siamo incastrati con il suo tristo bagaglio di disagio sociale, di infelicità esistenziale e di costante ricatto alla nostra dignità, mozza il fiato della nostra capacità di elaborare pensieri che ci permettano di cogliere processi simbolici che prefigurano i modelli di vita che dovremo subire e dalla cui elaborazione saremo esclusi non avendo saputo avvertire i segnali che li anticipavano. La vicenda dei tre operai della Fiat di Melfi, riammessi nella fabbrica ma Messi in «quarantena» rispetto al lavoro ha un dirompente significato simbolico. Semplifi