Storie di ordinaria in...giustizia

Giudice impiega dieci mesi per sciogliere le riserve e decretare che le prove non servono a nulla e poi rinvia la causa al 2014

Premesso. Esistono alcune udienze che vengono tenute poco più che per fare presenza. Ad esempio, se si deve discutere di prove (Servono testimoni? Quali? Che domande fargli?), è facile che davanti al giudice si espongano, in poche parole, le richieste che sono già state messe per iscritto e poi il giudice “si riservi”, cioè comunica che deciderà con calma in un altro momento. Quando poi arriva il momento in cui decide, si dice che “scioglie la riserva”.
Spesso lo “scioglimento della riserva” avviene dopo poche ore o al massimo pochi giorni. Semplicemente il giudice evita di scrivere il provvedimento in udienza perché ci metterebbe troppo tempo e non riuscirebbe a trattare tutte le cause che ha fissato.
Qualche volta lo “scioglimento della riserva” avviene invece a distanza di mesi.
Espongo un caso, di cui non dirò né il nome delle parti (che peraltro abitano lontano) né il nome del Giudice, né tanto meno il Foro (che non è in Lombardia).
L'udienza (discussione sulle prove) si è tenuta circa un anno fa. A distanza di circa 10 mesi, fine luglio di quest'anno, il giudice ha “sciolto la riserva” e, dopo aver deciso che le prove non servivano a niente, ha rinviato la causa (per l'ultima udienza, chiamata anche di “precisazione delle conclusioni”) al novembre dell'anno 2014.
La causa non dovrebbe andare a discapito di chi ha ragione. Certo, in un caso del genere chi ha torto è contento. Ma dovrebbe essere questo il funzionamento della “giustizia”?

El Cofos

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