Lodo Al Bunga

E’ venuto il momento di fondare un comitato di solidarietà per Angelino Al Fano e Niccolò Ghedini. Due giorni fa, già molto provati dalle ottanta versioni del processo breve e dalle novantacinque della legge bavaglio (peraltro finite nel cesso), erano usciti esausti ma felici dalle segrete di Palazzo Grazioli, dopo mesi di duro lavoro, con l’ultima formula magica del cosiddetto Lodo: un algoritmo complicatissimo che non si capiva bene se fosse reiterabile ma non retroattivo, o retroattivo ma non reiterabile, o reiattivo e retroterabile, tenendo presenti la variante Mills, l’equazione Mediaset, la prescrizione Mediatrade, la radice quadra di Fini costruita sull’ipotenusa di Napolitano che produce una spinta dal basso verso Casini diviso Cuffaro moltiplicato Bersani fratto Di Pietro meno Bossi. I due poveracci stavano per esultare con il classico “eureka!”, ma l’urlo liberatorio gli s’è strozzato in gola.
Mentre quelli lavoravano, l’Utilizzatore Finale ci era ricascato con una minorenne, riuscendo a infilarsi in una storia di prostituzione e abusi di potere (vedi telefonata alla questura per far rilasciare la ragazza fermata per furto senza documenti). Tutto da rifare. Ogni volta che gli fabbricano uno scudo su misura e glielo provano addosso, quello si sposta di lato e ne combina un’altra delle sue. Provate voi a scudare un nano in movimento. Aveva ragione B.: non è lui a volere lo scudo, sono Alfano e Ghedini che, non potendone più, sono disposti a tutto pur di tornare a uno straccio di vita normale. Che so, rivedere ogni tanto la luce del sole, riabbracciare i familiari un paio di volte l’anno e soprattutto evitare che mogli e figli li guardino con due occhi così: “Caro, ma davvero hai detto che la storia di Ruby è assolutamente infondata, quando l’ha confermata persino Fede? Sicuro di star bene?”.
Ora Angelino Jolie e Niccolò Pitagorico sono ripiombati in laboratorio per apportare alcuni emendamenti al Lodo Al Nano: la maggiore età è abbassata retroattivamente a 12 anni; proibito ex post trattenere in questura le ladre carine nel raggio di 100 km da Arcore; depenalizzato lo sfruttamento della prostituzione quando appaia chiaro, come nel caso B., che non è lui a sfruttare la prostituzione: è la prostituzione a sfruttare lui. L’importante è che lui si cucia la bocca, altrimenti poi persino Minzolini capisce che non è perseguitato. Ieri invece lo sventurato ha spiegato la telefonata in questura con un meraviglioso “lo sanno tutti che sono una persona di cuore e mi muovo sempre per aiutare chi ne ha bisogno”. Ecco, è fatto così: come possono testimoniare migliaia di ladri, non appena ne finisce uno in questura, B. chiama da Palazzo Chigi per farlo rilasciare. Soprattutto se è di origini marocchine e balla sul cubo. E’ un uomo di cuore e farebbe di tutto pur di agevolare l’integrazione degli immigrati: li inviterebbe persino in una sua villa per un Bunga Bunga, li coprirebbe d’oro e li spaccerebbe per nipoti di Mubarak perchè nessuno li infastidisca più.
Massima solidarietà anche agli agenti delle scorte di Fede e B.: forse, quando entrarono in polizia o nei carabinieri, non immaginavano che sarebbero finiti a reggere il moccolo a un anziano latrin lover. Massima solidarietà soprattutto al ministro degli Esteri Frattini Dry, impegnatissimo in queste ore a rassicurare le ambasciate egiziana e libica sul fatto che quella storia della nipote di Mubarak era solo una battuta, così come quella sui bunga bunga di gruppo attribuiti all’amico Gheddafi. Ieri, per alcune ore, si è temuta la terza guerra mondiale: non bastando gli elogi del Foglio ai vignettisti anti-Islam e le magliette di Calderoli con insulti a Maometto, si rischiavano nuovi assalti ai consolati italiani in tutto il Nordafrica, con rappresaglie Nato ed escalation militari in tutto il Mediterraneo. Solidarietà anche a Bruno Vespa che, sempre sulla notizia, sta precipitosamente allestendo il plastico della piscina coperta di Arcore con dentro le donnine nude, per una puntata speciale di “Porta a Bunga”.

Marco Travaglio

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