Serve una nuova strategia o la sanità lecchese verrà "assorbita"

Il Partito Democratico della provincia di Lecco avverte il rischio che l'organizzazione sanitaria lecchese, in mancanza di una strategia e di scelte precise che ne individuino e valorizzino le peculiarità che la rendono competitiva, si sfaldi a favore dei poli più forti ubicati nelle vicinanze. La Sanità lecchese nell’ultimo decennio si è riorganizzata chiudendo tre ospedali (Bellano, Garbagnate Monastero e Oggiono) e potenziando la diffusione di poliambulatori. Non deve pagare altri prezzi. Oggi serve una nuova strategia, o la sanità lecchese perderà la sua autonomia e sarà “assorbita” dalle province vicine. A Vimercate c’è un nuovo ospedale. Il San Gerardo di Monza è sede universitaria con tanti specializzandi medici che di fatto lavorano gratis. A Como e Bergamo ci saranno presto ospedali nuovi e moderni. A Zingonia e Ponte San Pietro ci sono forti aziende sanitarie private e convenzionate. Il nuovo piano strategico va costruito con il territorio, facendo sistema, a partire da un ruolo più forte dei sindaci.
La sanità in Lombardia sembra ignorare che il trend demografico, con il progressivo aumento della vita media e relativo invecchiamento della popolazione, accrescerà sempre più il peso dell'assistenza ai malati cronici e quindi il peso che dovrebbe avere la medicina del territorio, e di fatto sceglie di continuare a perseguire una politica ospedalocentrica. Le Asl, quale unico soggetto pagatore di prestazioni sanitarie, mostrano in questo contesto di essere l'anello debole del sistema, mentre in realtà dovrebbero costituire lo snodo fondamentale dello stesso e ritornare a svolgere con maggior incisività quel ruolo di programmazione degli interventi sanitari e di raccordo tra gli enti locali e le aziende ospedaliere.Il Partito Democratico candida la provincia di Lecco per la sperimentazione di un modello sanitario coerente con questa impostazione, quindi innovativo rispetto all'attuale organizzazione sanitaria, che riconosca il ruolo degli enti territoriali e che punti al decentramento di servizi dall'Azienda ospedaliera al territorio, anche nella logica di diminuire i costi.
Prima delle ferie va convocato il tavolo territoriale della sanità per discutere un progetto da presentare uniti in Regione.
Il Partito Democratico della provincia di Lecco formula le seguenti proposte sulle quali invita a confrontarsi le altre forze politiche, le Istituzioni preposte e le Organizzazioni rappresentative di interessi.
Innanzitutto deve essere garantita l'economicità di gestione all'Azienda ospedaliera di Lecco. Uno strumento che riteniamo utile allo scopo è la convenzione con l'INail per la creazione a Lecco di un polo per la cura e il reinserimento al lavoro dei grandi infortunati sul lavoro, soluzione già proposta in passato, ma mai perseguita con convinzione. In secondo luogo, nella convinzione che le strutture per acuti debbano puntare sulla specializzazione, l'azienda ospedaliera di Lecco, per meglio presidiare il mercato, deve articolarsi su due poli diversamente specializzati: Lecco e Merate. Occorre, quindi, puntare a mantenere il neonato reparto di cardiochirurgia al Manzoni. La scelta dell’Inrca di trasferirsi nei padiglioni ristrutturati del Mandic va colta come un’opportunità da sfruttare sino in fondo. Con la sede nazionale dell’Inrca, a cui il Ministero della Salute ha riconosciuto il ruolo di ricerca sulle tematiche delle patologie degli anziani, la Regione, l’Azienda Ospedaliera e l’ASL devono stipulare una convenzione per “Osservatorio sulla condizione anziana nel Lecchese”. Analoghi rapporti devono essere instaurati con le facoltà di medicina e gli altri centri di ricerca presenti sul territorio.
Viste le richieste dell’Assemblea dei Sindaci, vanno rafforzate le strutture poliambulatoriali. In particolare al Mandic, va concluso l’iter, iniziato dal Dg Pietro Caltagirone, per l’installazione, in regime di service, di una Rsn a Merate possibilmente “aperta”. In questo quadro al Casatese deve essere garantito un servizio di poliambulatorio con molte più specialità rispetto ad oggi e un punto prelievo per la Tao rafforzando quello già esistente nella sede dell'attuale Inrca di Casatenovo.
Riteniamo, altresì, che si debba concretamente mettere mano alla creazione di una rete territoriale di letti intermedi per cronici e post acuti per alleggerire la pressione sulla ospedalizzazione e diminuire i costi della spesa sanitaria. Un ruolo importante lo possono svolgere il servizio che gestisce l’Adi (dipartimento Fragilità), le Rsa ed i medici di base. Riteniamo, inoltre, che debbano essere regionalizzate, cogliendo l'occasione dell'emanazione dei decreti di attuazione del federalismo, le spese per assistenza che oggi sono erogate dall'Inps. L'oculata gestione di questi fondi potrebbe riservare risorse economiche per il finanziamento anche di interventi in settori attualmente non sufficientemente coperti.
Sul piano gestionale è urgente affrontare la questione della carenza di infermieri.Noi proponiamo che si definiscano livelli differenziati di specializzazione infermieristica e che sia incentivata economicamente la formazione di nuove leve, istituendo, nel contempo, vincoli che impediscano la fuga del personale formato.La Regione e le Università debbono adeguare il piano di formazione e l'immissione nel lavoro di nuovi infermieri per deve programmare i flussi in relazione alle necessità previste ed al turnover.
Infine vogliamo che agli Enti locali sia riconosciuto fattivamente il ruolo che loro compete nella programmazione, nel controllo e nella erogazione dei vari servizi in accordo con l'organizzazione sanitaria e socio assistenziale.

Pd lecchese

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