La favola è finita; una manovra di soli tagli

Per due anni il Governo ha negato l'esistenza della crisi stessa e non ha avanzato alcuna politica per contrastare quello che non ha mai avuto il coraggio di ammettere.

Il Ministro Giulio Tremonti ha finalmente messo in tavola le carte della manovra economica 2011-2012 e ammesso una volta per tutte che tutte le favole sulla ripresa, il benessere e la solidità del Belpaese erano, e tuttora sono, parole al vento lanciate più per il consenso che per senso di responsabilità. Sì, la favola è finita ed è arrivato il momento che il Premier Silvio Berlusconi la smetta con la fantasia economica, le leggi ad personam e affronti seriamente la crisi con misure strutturali che garantiscano la ripresa. "Questa non è una Finanziaria qualsiasi. Dobbiamo gestirla tutti insieme – ha dichiarato il Ministro del Tesoro – perché non sarà una passeggiata”. E ci voleva tanto a capirlo. Per due anni il Governo ha negato l'esistenza della crisi stessa e non ha avanzato alcuna politica per contrastare quello che non ha mai avuto il coraggio di ammettere. Oggi recitano recita il mea culpa e si ricordano che non sarà una passeggiata? Da Pechino, Pier Luigi Bersani ha duramente criticato l'atteggiamento e le parole di Tremonti: “Ci hanno raccontato che i conti erano in equilibrio, invece non è vero niente. La Grecia non c'entra nulla: è un problema nostro. E non vedo riforme. Questa è una manovra depressiva, è solo un giro di specchi. Non si affronta nulla di strutturale, tagli indiscriminati e nessuna crescita”. Dello stesso parere anche Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, preoccupato per le profonde ripercussioni che la misura da 24 miliardi avrà sugli enti locali: “E' una manovra insostenibile per le ricadute che avrà e per i servizi ai cittadini che le Regioni devono erogare”.

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