Comuni e Province non possono essere datori di lavoro in nero

“La nostra proposta di legge è tesa a dare garanzie agli eletti come sindaci o assessori disoccupati nei consigli comunali e provinciali: non chiede vitalizi o pensioni regalate di nessun genere e siamo certi che, se spiegato bene, il suo contenuto non avrebbe suscitato nessun clamore. Semplicemente pensiamo che i Comuni e le Province non possano essere datori di lavoro in nero”. Lo affermano i deputati del Pd Maria Luisa Gnecchi, Oriano Giovannelli e Lucia Codurelli dopo aver letto l’articolo “Un vitalizio per tutti i politici, la proposta c’è e va avanti…” di Antonello Caporale (clicca sul testo evidenziato per leggere l'articolo) nel quale si attribuisce a loro la proposta di dare una pensione di fine carriera agli eletti nei consigli comunali e provinciali. “Attualmente – spiegano i tre deputati - Comuni e Province pagano i contributi providenziali per i lavoratori dipendenti eletti in aspettativa oppure, quando si tratta di lavoratori autonomi, pagano una cifra forfettaria definita con un decreto ministeriale. Noi abbiamo avanzato una proposta di legge per coprire la situazione previdenziale di chi, essendo disoccupato, studente o casalinga al momento della propria elezione a sindaco o assessore, si troverebbe a percepire uno stipendio da parte dell’amministrazione ma come un lavoratore in nero senza contributi. Quindi, nessuna follia della casta, chiediamo solo legalità”.

Onorevole Lucia Codurelli

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