La lingua del Trota

Questione linguistica, certo, e non solo, ma proviamoci. Quel pagodino di ragazzo che risponde al nome di Renzo Bossi ha rispolverato con macho frontismo la parola «culattoni». Ne sentivamo nostalgia. Dice che lui non vuole avere a che fare né con «i culattoni» né con la droga. Ma il termine, temiamo, lo condanna. Poiché, infatti, sta per chi dispone di un grosso deretano. Ora, con rispetto parlando, ci sembra difficile trovare in giro per il nostro amato paese qualcuno più dotato di lui in questo senso. Alla faccia di milioni di disoccupati e precari che magari votano Lega, il nostro Renzo, in virtù di grandi qualità intuite solo da suo padre, sguazza nel soldo pubblico, gira nei salotti che contano, mangia e beve che la vita è un lampo. Grazie a questo galleggiamento di favore, viene anche intervistato perché non capita tutti i giorni e men che meno a tutti. Ma come piacerebbe a chiunque: essere un po’ «culattoni» e farla franca. Che sogno, trasformare la sua Padania nella terra dei culattoni.

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