La fine della Repubblica? Tutti noi possiamo continuare a non tacere


(Grazia Villa)

«Per un popolo civile non vi è nulla di più vergognoso che lasciarsi " governare", senza opporre resistenza, da una cricca di capi privi di scrupoli e dominati da torbidi istinti. Non è forse vero che ogni tedesco onesto prova vergogna per il suo governo? E chi di noi prevede l’onta che verrà su di noi e sui nostri figli, quando un giorno cadrà il velo dai nostri occhi e verranno alla luce i crimini più orrendi, che superano infinitamente ogni misura? (…) tutto questo lo sappiamo già da tempo e non è necessario che ce lo rammentiate continuamente" Ma vi domando: se lo sapete, perché non reagite, perché tollerate che questi tiranni vi spoglino progressivamente, in modo aperto o velato, di un diritto dopo l'altro, fino a quando un giorno non rimarrà più nulla, null'altro che una macchina statale comandata da criminali e ubriaconi? È già così vinto dalla violenza il vostro spirito da farvi dimenticare che non è soltanto vostro diritto, ma anche vostro dovere morale rovesciare questo sistema? Ma se un uomo non ha più la forza di reclamare i propri diritti, allora sì che egli deve inevitabilmente perire. Meriteremmo di essere dispersi per il mondo, come polvere al vento, se non ci sollevassimo in questa ultima ora, ritrovando finalmente il coraggio che ci è mancato fino ad oggi. Non nascondete la vostra viltà sotto il velo della prudenza. Ogni giorno in cui indugiate ad opporvi a questo mostro infernale, aumenta sempre più, come una curva parabolica, la vostra colpa. Molti, forse la maggior parte dei lettori di questi volantini, non sanno con esattezza in che modo potrebbero fare resistenza. Non ne vedono alcuna possibilità. Cercheremo di dimostrare loro che ciascuno può contribuire alla caduta di questo regime. Non sarà certo possibile preparare il terreno per il rovesciamento di questo "governo", mediante una resistenza individuale, da solitari amareggiati, e tantomeno si potrà in tal modo affrettarne la caduta (…) Vi è forse, chiedo a te che sei cristiano, in questa lotta per mantenere i tuoi beni più preziosi, una possibilità di esitare, di trastullarsi con intrighi, di rimandare la decisione in attesa che altri prendano le armi per difenderti? Non ti ha forse Dio stesso dato la forza ed il coraggio per combattere?». (dai Volantini della Rosa Bianca)
È la vergogna il sentimento che rischia di sopraffarci, è l’onta che potrebbe tracimare su di noi, sulle nostre figlie e sui nostri figli, se non accogliessimo ancora una volta l’invito di Sophie Scholl e dei ragazzi della Rosa Bianca a sollevarci in quest’ultima ora, a non nasconderci dietro il velo della prudenza, a non trastullarci con intrighi per mantenere beni più preziosi!! Basta: tutti gli amici, le sorelle, i fratelli che ci hanno preceduto, le profete, i maestri, ci guardano dalle pagine delle nostre vite. La memoria delle loro parole, il ricordo dei loro sguardi, il suono profondo della loro voce, (ognuno ha i propri volti innanzi, io vedo gli occhi di Dossetti, sento la voce di Turoldo, penso alle parole di tutte le mie filosofe e sante) ci avvolgono, urgono, spingono, tuonano per farci nuovamente coraggio e rompere gli indugi! In pochi giorni il percorso di demolizione della nostra Repubblica da parte di questo governo che si arroga il diritto di rappresentare la sovranità del popolo ha avuto un’altra pericolosa accelerazione. Dopo i vari tentativi di modificare in diritto la Costituzione, dopo i colpi di mano per svuotarne di fatto i principi fondamentali, dopo il piano di delegittimazione di tutte le istituzioni ed in particolare degli organi di garanzia e libertà, in primis la Corte Costituzionale, in meno di 48 ore l’articolo 1 del testo costituzionale sembra essere cancellato.
Il primo colpo inferto cade sul principio che la Repubblica sia fondata sul lavoro o come voleva qualche costituente sulla “fatica”. L’approvazione del DDL sul lavoro “collegato alla Finanziaria”, al di là dei patetici sforzi di natura tattica per difenderne il contenuto, sancisce la fine del diritto del lavoro. Non solo e non già per le singole modifiche (vedi art.18 Stat. Lav.), ma per lo spirito complessivo che lo anima e che conferma proprio l’aleggiare di quello “spirito del legislatore” che da tempo ha relegato il cosiddetto giuslavorismo alle sedi accademiche, ai dibattiti politico-sindacali, a poche aree giudiziarie d’eccezione, facendo rapina di anni di fatiche manuali, domestiche ed intellettuali di donne e uomini “repubblicani”. Venendo meno il convincimento dell’esistenza di un’asimmetria tra chi presta la propria attività lavorativa e chi ne offre il corrispettivo, quale residuato obsoleto di derivazione marxiana o peggio ancora cattocomunista, non ha più senso il favor lavoratoris, vige il favor pecuniae, con il conseguente fondamento della Repubblica Italiana sul valore molto negoziabile del danaro.
Il secondo colpo è stato dato alla democrazia, anche se sappiamo come sia già stato messo a dura prova il volto democratico della Repubblica in tutti questi anni, violato negli ultimi mesi, annullato nelle ultime ore. Ricordate il monarca assoluto è tale perché legibus solutus, quante volte lo abbiamo studiato, ripetuto, insegnato, questo carattere distintivo della nascita della democrazia? Ora è così: definitivamente il dux è legibus solutus e con esso i suoi vassalli, valvassori e lacchè. Con buona pace di tutti i giuristi da Giustiniano fino ai nostri giureconsulti costituenti e non, senza alcun pudore, con firma necessitata, ma quanto non auspicata nella triste serata di questo amaro venerdì di quaresima, del Capo dello Stato (non Presidente della Repubblica?), il governo del popolo supera se stesso:
  • si inventa la categoria inesistente di un decreto legge interpretativo;
  • il rispetto delle leggi diventa una “formalità”;
  • il presupposto formale dell’autenticità degli atti vien ridotto al rango di orpello;
  • ed infine se non fosse così tragico verrebbe solo da ridere, l’attestazione della presenza di un soggetto in un determinato luogo può essere dimostrato con qualsiasi mezzo di prova…
Alla faccia del valore generale delle leggi, eravamo già abituati a quelle ad personam, ma anche a quelle per ectoplasmi…è veramente troppo! Infine non dimentichiamoci del fatto che l’Italia sia una repubblica, o forse qualcuno comincia a dubitarne, peccato che l’ultimo plebiscito degli italiani per la monarchia abbia riguardato il discendente monarca-ballerino! Ma attenzione conviene vigilare perché la trasmissione dinastica del potere può sempre avvenire quando c’è un legibus solutus e nel nostro caso con cotanto numero di figlie e figli qualche novello Caligola potrebbe evitarci la nomina di un destriero.
Che fare? Ricordiamoci che il nostro spirito non è già così vinto da farci dimenticare che non è soltanto nostro diritto, ma anche nostro dovere morale rovesciare questo sistema. Tutti noi, con i nostri mezzi, le nostre parole, con la forza delle nostre relazioni ed ogni forma di azione creativa, possiamo continuare a non tacere. Ovunque noi siamo, come persone e come gruppi.
Come ci direbbe Paolo anche oggi, avanti e buon coraggio!

Grazia Villa
Presidente della Rosa Bianca

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