La Caritas: "La Lombardia diventi più europea aiutando chi è senza tutele"

Il direttore della Caritas Ambrosiana, don Roberto Davanzo, a nome dei direttori delle 10 Caritas regionali, ha chiesto che la Regione introduca il reddito minimo garantito, una forma di protezione sociale presente in tutti i paesi dell’Europa a 15, tranne che in Grecia e in Italia. La proposta è stata lanciata durante il convegno che ha ha aperto la campagna di Caritas Europa “Zero Poverty”.

«Dall’incontro quotidiano con le famiglie in difficoltà che si rivolgono ai nostri centri di ascolto possiamo dedurre che la crisi economica sta colpendo i meno garantiti. È venuto il momento di correggere il nostro sistema di protezione sociale che oggi non sembra più al passo con le trasformazioni del mercato del lavoro e della società».Loha detto don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana, durante il convegno Cancellare la Povertà. Una sfida per l’Europa”, con il quale le dieci Caritas diocesane ella Lombardia hanno lanciato questa mattina ufficialmente la campagna di Caritas Euopa “Zero Poverty”. Don Davanzo, parlando a nome anche degli altri direttori delle Critas lombarde, ha sottolineato che «il 2010, proclamato dalle istituzioni comunitarie anno europeo di lotta alla povertà, può rappresentare il tempo propizio per una profondo ripensamento in Italia del sistema di welfare affinché vengano estese le tutele a coloro che sono i più esposti ai rischi di impoverimento e, paradossalmente, nello stesso tempo, anche i meno garantiti». «Penso, in particolare ai giovani con contratti precari che hanno pagato prima degli altri e più duramente, perché esclusi dagli ammortizzatori sociali, il prezzo della perdita del lavoro – ha aggiunto don Davanzo -. Persone che dovrebbero rappresentare il nostro futuro e che, invece, possono drammaticamente arrivare a ritenere che costruire una nuova famiglia sia un’eventualità fuori dalla loro portata. Oppure alle famiglie di origine di quei ragazzi, che sentendosi giustamente in dovere di sostenerli, rischiano di saltare schiacciati da pesi troppo gravosi da sostenere».
Che cosa fare? La proposta che le Caritas Lombarde avanzano è molto concreta: introdurre in Lombardia il reddito minimo garantito, uno strumento di protezione sociale presente in tutti i paesi dell’Europa a 15, con l’eccezione della Grecia e dell’ Italia. Il nostro Paese, dopo una sperimentazione, di cinque anni, tra il ’98 e il 2003, infatti, abbandonò questa misura, lasciando il campo alle iniziative delle Regioni. Il reddito minimo è in vigore nelle Province di Bolzano e Trento, in Val d’Aosta, Campania, Basilicata, Puglia ed è stato ultimamente introdotto anche dal Lazio. «Sono iniziative limitate dalla mancanza di un quadro di riferimento nazionale, ma rappresentano significativi primi passi – ha riconosciuto don Davanzo. Sarebbe auspicabile che anche la Lombardia adottasse un forma di sostegno estesa a coloro che oggi non possono godere di alcun aiuto pubblico. Forte della sua grande tradizione di solidarietà, la nostra Regione potrebbe dare un segnale forte anche al governo nazionale. Dal canto nostro, siamo pronti a fare la nostra parte perché quel provvedimento non si riduca ad una semplice elargizione di denaro, ma sia inserito in un percorso di accompagnamento, ascolto, vicinanza alle persone che attraversano passaggi delicati della loro vita» ha aggiunto don Davanzo.
Secondo Marco Revelli, presidente della Commissione di indagine sull’esclusione sociale, intervenuto al convegno «l’esperienza europea offre ormai un ampio ventaglio di modelli e possibilità». Tutti gli strumenti adottati, anche molto diversi tra loro, ha sottolineato lo studioso, «hanno dimostrato un’indubbia efficacia nel ridurre l’incidenza della povertà relativa, sommando i vantaggi di un sistema di tutela insieme universalistico, perché rivolto a tutti, e selettivo, cioè concesso a determinate condizioni di reddito e lavoro». Tuttavia il requisito perché funzioni è che vi sia «un adeguato coordinamento amministrativo tra i diversi livelli di governo locale».
L’economista Tito Boeri ha affrontato anche la questione dei costi. «Stime prudenziali, probabilmente in eccesso,- ha sottolineato l’economista – dicono che se, ad esempio, immaginassimo di introdurre un reddito minimo garantito di 400 euro, spenderemo tra i 3 e i 7 miliardi di euro. Un costo eccessivo? Le statistiche provenienti da altri paesi, nelle quali politiche di questo tipo sono sperimentate da tempo, ci suggeriscono che non è così. Questa misura potrebbe anzi essere un’occasione per razionalizzare complessivamente il sistema italiano degli ammortizzatori sociali che, come è noto, è tra i meno efficaci in Europa».
Nel corso del suo intervento don Davanzo ha dato anche voce alle preoccupazione delle Caritas lombarde per la riduzione dei fondi destinati alle politiche sociali, diminuiti complessivamente del 14% rispetto al 2009, e per la recente decisione della Regione Lombardia di gestire in modo più centralizzato le risorse. «Ci pare che i recenti provvedimenti rischiano di indebolire i Comuni e le organizzazioni del privato sociale che con loro collaborano nelle azioni di sostegno proprio alle categorie sociali più svantaggiate».

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