Il silenzio degli elettori di Centrodestra

Sulla riammissione delle liste del centrodestra alle elezioni regionali è già stato detto molto; lucidissimo per esempio l’articolo di Zagrebelsky questo blog ha pubblicato.
È indubbio che la posizione del presidente della repubblica nella vicenda non fosse semplice: da un lato vi è l’esclusione dalla corsa elettorale del maggiore partito italiano nelle due regioni più “importanti” del paese, ovvero il diritto di un elettore di centrodestra di votare centrodestra; dall’altro l’insieme delle regole che tutelano le stesse elezioni e che dovrebbero essere rispettate.
È inoltre evidente che con le leggi ad hoc che sono stare promulgate è diventato realtà l’antico motto: «Le regole sono uguali per tutti, ma qualcuno è più uguale degli altri». Come sottolinea Zagrebelsky, infatti, è inquietante che tali provvedimenti siano stati presi perché il partito in causa fosse il “principale” partito; e se fosse successo la stessa cosa per una lista “minore”? Di certo la lista non sarebbe stata ammessa.
Volevo però porre alla vostra attenzione un ulteriore elemento che considero fondamentale.
A mio modo di vedere, infatti, i primi a dover chiedere ragione della condotta dei vertici del Polo delle libertà dovrebbero essere gli stessi elettori di centrodestra. Dove sono le loro proteste per una gestione quantomeno dilettantesca? Dove le loro richieste di chiarimento?
La cosa che mi sembra veramente preoccupante è che per la maggioranza del paese (perché tale è attualmente – e tradizionalmente – il centrodestra in Italia) si danno due verità:
  1. o si condivide l’idea che le regole siano “semplici suggerimenti”, qualcosa di flessibile, malleabile, aggirabile. Si compie un’azione contro le regole e poi si troverà il cavillo, l’interpretazione della norma, che faccia rientrare il nostro atteggiamento scorretto in ciò che è accettabile; o addirittura si creerà una norma ad hoc per far rientrare ciò che non era lecito nella “legalità”. Questo del resto è lo stile, il “metodo di governo”, del nostro premier, le cui leggi ad personam bloccano il parlamento ormai da tempo;
  2. o il tema non “fa problema”, non si tratta di un argomento “grave e fondamentale”.
Questa seconda posizione, che credo sia maggioritaria nell’elettorato di centrodestra, mi atterrisce.
Stiamo mettendo in discussione i fondamenti del consesso civile e dell’istituzione democratica e la maggioranza degli elettori italiani non sente l’urgenza di chiedere ragione ai propri rappresentanti. Spero di sbagliami, vedremo all’appuntamento elettorale.

Giacomo Ambrosi

Commenti

  1. bell'articolo e acute riflessioni. Temo fortemente che la verità "vera" sia la seconda. Del resto il senso civico si è perduto da tempo immemore, almeno per noi 30enni.

    RispondiElimina

Posta un commento